La Nuova Sardegna

Nuoro

La Cisl punta su Macomer: l’agroalimentare è il futuro

La Cisl punta su Macomer: l’agroalimentare è il futuro

Il sindacato apre una nuova sede in via Satta e fa il punto sullo stato della zona «Uno sviluppo diverso è possibile solo con la nuova industria e le risorse locali»

23 luglio 2016
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MACOMER. La Cisl ritiene che Macomer abbia capacità e risorse per aprire nuovi scenari di crescita economica e di sviluppo in grado di produrre ricaduta occupazionale. Il sindacato ha scommesso su Macomer acquistando i locali di una sede stabile in via Satta (di fronte a piazza Caduti del lavoro) che ieri ha inaugurato nel corso di una cerimonia alla quale sono intervenuti i vertici provinciali col segretario, Michele Fele, i segretari regionali Oriana Putzolu e Ignazio Ganga e Piero Ragazzini della segreteria nazionale. Il sindaco, Antonio Succu, ha portato il saluto della città e don Maurizio Demartis ha benedetto la nuova sede del sindacato.

Il consiglio generale della Cisl si è poi riunito nelle ex caserme Mura per fare il punto sugli scenari economici di Macomer e del centro Sardegna, un territorio che ha registrato due fasi di sviluppo industriale e occupazionale, la prima dalla fine dell’Ottocento e nella prima metà del secolo scorso con la ferrovia, i caseifici e l’industria lanaria, la seconda dagli Cinquanta fino alla fine del Novecento con l’industria tessile e le attività commerciali, ma anche con le industrie di Ottana. Da oltre un decennio Macomer è in caduta libera nel precipizio della crisi. La Cisl ritiene che sia possibile fermare fase di decadenza economica e che la città possa risalire la china e scommette su questo investendo sull’acquisto di una sede. «Questo – ha detto il segretario generale della Cisl di Nuoro, Michele Fele, – vuole essere per noi un motivo di attenzione particolare per un territorio in forte sofferenza, ma che nel recente passato ha conosciuto ben altri fasti e un vero e proprio boom industriale».

Macomer, città industriale per più di 100 anni, ha perso smalto e ruolo con la crisi, ma la Cisl ritiene che possa ritrovarli. «Senza industrie non c’è futuro», è stato detto nel corso degli interventi degli stati generali riuniti a Macomer. L’industria del passato, però, ha fatto il suo tempo e non calza più come una volta in un territorio che tenta di risalire la china della crisi. La Cisl ritiene che a Macomer e nel centro Sardegna sia possibile un nuovo sviluppo industriale legato alle tradizioni e alle risorse locali. L’agroalimentare è uno dei settori sui quali si può avviare un nuovo processo di sviluppo e di crescita. Il sindacato ritiene ancora che l’industria «calata dall’alto» non funzioni. «Non attecchisce», è stato detto nel corso degli interventi che hanno portato l’esempio di attività industriali estranee al territorio che hanno aperto e chiuso nel giro di un anno o poco più. Per la Cisl serve quindi un’industria «con le radici sul posto» che abbia «l’ambiente come bussola». (t.g.t.)

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