La Nuova Sardegna

Nuoro

udienza preliminare

Morte in cava, 4 rinvii a giudizio

Morte in cava, 4 rinvii a giudizio

Gli imputati dovranno rispondere dell’accusa di omicidio colposo

20 luglio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Compariranno davanti al giudice del tribunale di Nuoro il 5 dicembre prossimo, per rispondere di omicidio colposo e cooperazione colposa, per la morte di Antonello Mereu, il giovane dorgalese di 24 anni che il 13 marzo del 2014 era deceduto in una cava di Orosei.

Ieri mattina il giudice per le udienze preliminari, Claudio Cozzella, su richiesta del pubblico ministero Manuela Porcu, ha rinviato a giudizio Giovanni Mele titolare della società “Mele Giovanni e Figli srl” (difeso dagli avvocati Basilio Brodu e Gianfranco Mattana), il capo cantiere Antonio Monne (dall’avvocato Sergio Ballarini), il responsabile del servizio di prevenzione all’interno dello stabilimento Sergio Floris (dal legale Fabio Serra) e il direttore dei lavori Ignazio Masala (dagli avvocati Giovanni Colli e Pasqualino Moi). Le difese avevano chiesto il non luogo a procedere. La famiglia del giovane si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Pietro Salis.

I quattro imputati sono accusati “di aver omesso l’individuazione dei pericoli, la valutazione dei rischi a questi associati ma anche la definizione di adeguate misure di prevenzione e protezione”. «A provocare la morte del giovane – ha detto ieri nel corso dell’udienza la pubblica accusa – non fu una banale caduta, come invece sostenuto dai soccorritori e colleghi di lavoro, nell’immediatezza dei fatti, bensì un incidente causato da imperizia, imprudenza e violazione delle norme di prevenzione degli infortuni».

Il corpo senza vita di Antonello Mereu era stato trovato attorno alle 7 del mattino, ai piedi un blocco di marmo che stava squadrando. L’operaio al momento del ritrovamento non indossava il casco protettivo, e la tesi dei responsabili della cava fu che era scivolato a causa del fango, battendo la testa. Le lesioni riportate, però, erano risultate tali da far ipotizzare che la morte fosse avvenuta durante l’attività lavorativa, probabilmente mentre era intento al taglio del marmo.

«Mereu – ha aggiunto l’accusa – con molta probabilità stava usando il filo diamantato durante un’operazioni di taglio di un blocco di marmo. Nel corso della preparazione l’operaio si era aiutato con una barra metallica che aveva urtato accidentalmente il filo in funzione e, tornando indietro, lo aveva colpito nella zona occipitale, provocandogli poi anche la frattura della mascella. Ferite devastanti – ha continuato Porcu – che ne causarono la morte a distanza di poche ore. Anche gli esiti dell’autopsia effettuata dall’anatomopatologo dell’ospedale di Nuoro, Vindice Mingioni, avevano confermato che le ferite riportate dall’operaio non potevano essere state provocate da una semplice caduta». Secondo il Pm, a seguito degli accertamenti da parte dei carabinieri di Siniscola e del Ris di Cagliari, erano stati raccolti elementi sufficienti a sostenere l’accusa nei confronti dei quattro imputati. «L’incidente che portò alla morte di Antonello Mereu fu causato dall’assenza delle più elementari condizioni di sicurezza all’interno della cava». Tra cinque mesi l’apertura del dibattimento.

In Primo Piano
Politica

Regione, la giunta Todde annulla la delibera per la costruzione di quattro nuovi ospedali

Le nostre iniziative