La Nuova Sardegna

Nuoro

“Borse lavoro” comunali per le povertà estreme

“Borse lavoro” comunali per le povertà estreme

Macomer, favoriranno l’inserimento nelle attività economiche e produttive Le imprese coinvolte nel progetto si faranno carico soltanto dell’assicurazione

13 luglio 2016
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MACOMER. Tredici “borse lavoro” per favorire l’inserimento delle persone bisognose nelle attività economiche e produttive. Lo strumento, creato dal Comune di Macomer per consentire a chi non ha reddito (o risulta che abbia un reddito Isee inferiore ai 5000 euro) di lavorare come borsista presso un’azienda locale, che in termini di costi dovrà farsi carico solo dell’assicurazione, pari a 40 euro una tantum, ha preso avvio per l’annualità 2016. Si tratta di uno strumento inserito nelle misure a sostegno delle “povertà estreme” che punta a creare opportunità di lavoro per chi è in difficoltà e non ha mai avuto opportunità lavorative o non ha più un’occupazione. Il meccanismo di funzionamento è semplice. Le aziende accolgono al lavoro (che è anche formazione) la persona inserita nelle graduatorie del comune e questa lavora per quattro mesi e per 20 ore settimanali percependo 400 euro mensili totalmente a carico del comune. L’azienda paga 40 euro una tantum per l’assicurazione e ha in cambio una persona che lavorerà quasi gratis. Chi beneficia della borsa potrà apprendere un lavoro. Al termine dei quattro mesi l’azienda valuterà le capacità del borsista e magari potrà richiamarlo al momento del bisogno o stabilizzarlo se ne avrà la possibilità. Si tratta di una soluzione che crea vantaggi su due fronti, quello delle aziende che possono utilizzare per quattro mesi un lavoratore quasi senza alcun costo e alle quali si chiede l’impegno di affiancarlo e di inserirlo, se possono, nel mondo del lavoro, e quello delle persone disagiate alle quali si offre la possibilità di apprendere un mestiere, di ricevere 400 euro al mese (che sono pochi ma di questi tempi è meglio di nulla) e magari di essere richiamato al lavoro per brevi periodi o se serve, anche in pianta stabile. L’idea delle borse lavoro è dell’assessore ai servizi sociali, Rossana Ledda. «Le aziende che hanno aderito quest’anno (volutamente non sono le stesse dell’anno precedente) – spiega – svolgono la loro attività nel campo commerciale (alimentari, bibite, edilizia, tecnologia) nel campo dei servizi (assicurazioni, ristorazione, parruccheria) nel campo sociale presso le cooperative e nel campo degli studi medici. A beneficiare delle borse sono 13 cittadini. La misura delle borse lavoro è stata fortemente voluta da questa giunta. In altri territori è utilizzata pochissimo». Al bando per le borse lavoro hanno risposto 30 persone. Le risorse di cui dispone il comune non consentono soddisfare le aspettative di tutti quelli che, avendo i requisiti, sono stati inseriti nella graduatoria. L’amministrazione comunale spera di reperirne altre per aumentare il numero delle borse a bando. (t.g.t.)

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