La Nuova Sardegna

Nuoro

procura

Delfino ucciso, aperta un’inchiesta

di Valeria Gianoglio
Delfino ucciso, aperta un’inchiesta

Si indaga contro ignoti. L’Enpa nazionale presenta una denuncia

12 luglio 2016
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NUORO. Pinna posteriore tagliata di netto, graffi e lacerazioni dappertutto, una morte lenta, arrivata dopo alcuni giorni di agonia: era stata davvero una fine crudele, quella che era toccata un mese fa a un delfino trovato sulla spiaggia di Su Barone, a Orosei. Un esemplare di “tursiope” che alcuni bagnanti, con grande sgomento, avevano scoperto sulla battigia, ormai senza vita. Secondo quanto avrebbero stabilito poco dopo i primi soccorritori intervenuti, il mammifero probabilmente era rimasto impigliato nelle reti di qualche pescatore della zona, ma anziché essere liberato dalle maglie che lo tenevano stretto e gli impedivano di riprendere il largo, gli era stata recisa di netto la pinna posteriore. Il povero animale era morto, dunque, dopo qualche giorni di sfiancante agonia.

Già dai primi istanti della scoperta, sulla spiaggia di Su Barone, in molti, e non solo tra gli amanti degli animali, erano insorti contro quella forma di crudeltà del tutto gratuita, e gli agenti del corpo forestale avevano scritto una relazione dettagliata sul triste episodio. Ma nelle ultime settimane, alla loro segnalazione, si è aggiunta anche l’apertura di una inchiesta da parte della Procura, molto sensibile ai casi sempre più frequenti di maltrattamenti e uccisioni di animali, e una denuncia-querela depositata dall’Enpa di Roma, l’ente nazionale di protezione animali, attraverso il suo avvocato Claudia Ricci.

Secondo l’ente che tutela i diritti degli animali, l’episodio che ha portato alla morte del delfino, è stata frutto di un comportamento crudele e abietto. Per questo motivo, sottolinea il legale dell’associazione animalista, in un caso del genere non può essere applicato quel comma dell’articolo 131 bis del codice penale che in sostanza stabilisce la non punibilità dell’autore di un fatto simile perché ritiene il fatto di “particolare tenuità”.

L’episodio scoperto un mese fa a Su Barone, infatti, per l’Enpa è di rilevanza tutt’altro che “tenue” e lo sottolinea, scrive l’avvocato Ricci, la stessa dinamica dell’evento: l’uccisione del delfino non era necessaria e ha causato un danno irreversibile – si legge nella querela – «nei confronti del bene giuridico tutelato, e cioè l’animale». Fatta questa premessa, l’Enpa annuncia già di essere pronta a riconoscersi parte offesa e a costituirsi parte civile in un processo, non appena dovesse venire scoperto l’autore del fatto. Al momento, i reati contestati sono quelli di maltrattamento e uccisione di animali senza necessità e protetti da norme speciali, e la cattura di una specie protetta in un’area protetta.

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