La Nuova Sardegna

Nuoro

Alluvione, confermate le 5 assoluzioni

di Valeria Gianoglio
Alluvione, confermate le 5 assoluzioni

La Corte d’appello dichiara inammissibile il ricorso della Procura di Lanusei. Nessun responsabile per il disastro

05 luglio 2016
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NUORO. Pochi minuti dopo le 13, nell’aula della corte d’appello di Cagliari, la presidente Grazia Corradini esce dalla camera di consiglio e legge il dispositivo che tanti attendevano con il fiato sospeso. «Ricorso inammissibile», decreta, senza tanti giri di parole bocciando, di fatto, la richiesta di appello formulata a suo tempo dalla Procura di Lanusei. E un nutrito gruppo di avvocati difensori, in piedi nelle prime file, non nasconde la soddisfazione. Per la seconda volta nell’arco di due anni quasi esatti, infatti, la giustizia ha stabilito che nella devastante alluvione che il 6 dicembre del 2004 aveva distrutto Villagrande Strisaili e spezzato la vita della pensionata Assunta Bidotti e della sua nipotina Francesca Longoni, travolte dalla furia dell’acqua, nessuno dei professionisti che nel corso degli anni avevano la responsabilità delle opere idrauliche nel paese e delle manutenzioni, avrebbe potuto in alcun modo evitare il disastro.

Due anni fa, l’8 luglio, il giudice del tribunale di Lanusei, Luca Ponzillo, aveva assolto “per non aver commesso il fatto”, i cinque imputati finiti a processo, a vario titolo, con le accuse di disastro colposo e omicidio colposo: l'ingegnere ed ex dipendente del Genio civile di Nuoro, Valentino Vento, difeso dall’avvocato Gianluigi Mastio, Antonio Cabras, ingegnere anche lui, difeso dall’avvocato Paolo Demuro, e poi gli altri professionisti Ignazio Sau, difeso da Franco Carta e Renata Marredda, Serafino Rubiu, difeso da Marcello Mereu e Basilio Brodu, Sergio Cocciu, difeso da Guido Manca Bitti e Nicola Floris. Già in primo grado era stata bocciata la tesi dell’accusa: la Procura di Lanusei aveva chiesto cinque condanne per circa 12 anni di pena complessivi. Ma il giudice del tribunale ogliastrino era stato di diverso parere e aveva assolto tutti per non aver commesso il fatto. Novanta giorni dopo la sentenza, nelle motivazioni che spiegavano le assoluzioni, il giudice Ponzillo aveva scritto che a suo parere «La progettazione dei canali era corretta e non presentava difetti», e che «A ciò deve aggiungersi l'imprevedibilità di un simile evento». La Procura, contro queste assoluzioni, aveva presentato ricorso in appello. I difensori avevano rilevato come i motivi del ricorso fossero generici e “aspecifici”. Il difensore di Vento, Gianluigi Mastio, in particolare, aveva chiesto ai giudici di dichiarare inammissibile il ricorso perché il pm Giua Marassi non aveva trattato, come prevedono le norme, tutti i punti chiave della vicenda ma si era concentrato solo sul nesso di causalità, trascurando invece le singole condotte degli imputati. La Corte d’appello di Cagliari ha accolto la richiesta della difesa.

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