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Armi e droga in mezzo alla legna, orunesi a processo

Armi e droga in mezzo alla legna, orunesi a processo

BOLOTANA. Un tempo latitanti, anche se tecnicamente si dovrebbe dire«irreperibili» oggi a processo. Basterebbe questo per rendere interessante il processo che vede sotto accusa i fratelli di Orune,...

01 luglio 2016
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BOLOTANA. Un tempo latitanti, anche se tecnicamente si dovrebbe dire«irreperibili» oggi a processo. Basterebbe questo per rendere interessante il processo che vede sotto accusa i fratelli di Orune, Giovanni e Pietro Ignazio Zizi, assieme al terzo imputato Luigi Vargiu. Sono accusati di traffico di armi e di droga per una vicenda dai contorni assai particolari. La curiosità sul processo, però, si accende ancor più perché tra i prossimi testimoni ci dovrebbe essere anche il sostituto procuratore della Distrettuale antimafia di Cagliari, Gilberto Ganassi.

La storia che ha portato a questo processo è alquanto complicata. Un blitz dei carabinieri nelle campagne di Ottana risalente al 2012 aveva portato al ritrovamento di otto pistole semiautomatiche e due rivoltelle, tutte di piccolo calibro, efficienti e perfettamente funzionanti, di produzione italiana e spagnola con le matricole contraffatte. In più i militari avevano scoperto camuffati nello stesso carico di legna anche tre chili di marijuana. Per quel motivo avevano arrestato l’autotrasportatore di Ussana Mirko Mameli e il proprietario del terreno in cui si stava scaricando la legna, Bruno Francesco Pisanu. Questi due però erano ignari del contenuto del carico trasportato e furono immediatamente rilasciati e scagionati. Altrettanto non è valso per i tre imputati che devono rispondere alle accuse del pubblico ministero Marco Ulzega. Pietro Ignazio Zizi, Giovanni Zizi (difesi dall’avvocato Francesco Carboni) e Luigi Vargiu (difeso dagli avvocati Maria Grazia Carta e Anna Pintore) saranno di nuovo in aula il 22 settembre e il 15 dicembre.

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