La Nuova Sardegna

Nuoro

«È una vittoria amara, forse la fibra killer ucciderà anche me»

«È una vittoria amara, forse la fibra killer ucciderà anche me»

Tore Coi ha vinto contro l’Inps. Ora attende l’esito della Tac «La battaglia deve continuare nel nome di chi non c’è più»

24 giugno 2016
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NUORO. Ha un sapore amaro la sentenza della Corte d’appello di Sassari che ha accertato l’esposizione all’amianto – per più di 20 anni – di due lavoratori dell’Enichem di Ottana e quindi il loro diritto alla rivalutazione dell’anzianità contributiva. Tore Coi, elettricista, è uno dei due lavoratori che ha vinto in giudizio contro l’Inps. Ma ora dovrà combattere un’altra battaglia, quella per la sua vita. «La sentenza rappresenta una vittoria anche per i tanti colleghi che sono morti e per tutti quelli che stanno affrontando il periodo più duro della loro vita». Anche lui è in attesa del referto della Tac. «Temo di essere malato anch’io, come tutti gli altri». La battaglia di Tore Coi per vedersi riconosciuti i benefici previsti dalla legge 257 del 1992 – che prevede lo scivolo pensionistico per i lavoratori esposti all’amianto – comincia nel 2001, quando presenta la prima domanda all’Inail per andare in pensione. «Mi sono trovato davati un muro di gomma. Sono riuscito ad andare in pensione solo nel 2010, nove anni dopo». Nel frattempo vede i suoi colleghi ammalarsi e morire. «I controlli sulla salute erano superficiali. Anche dopo il 2013, quando mi sono iscritto nel registro dei lavoratori esposti all’amianto. Sa in cosa consisteva la visita annuale? Mi chiedevano se stavo bene, se fumavo e se bevevo, mai una Tac».

La lotta dei due lavoratori è stata sostenuta dall’Aiea, l’associazione esposti all’amianto. «Una sentenza storica – ha detto ieri in conferenza stampa Sabina Contu, presidente dell’Aiea Sardegna – Per la prima volta i giudici hanno riconosciuto che i lavoratori di Ottana hanno inalato per più di 20 anni, dal 1973 al 1996, fibre d’amianto in misura superiore ai limiti previsti dalla legge. La consulenza tecnica d’ufficio ha sciolto ogni dubbio stabilendo che i ricorrenti sono stati esposti per decenni all’amianto. Già oggi presenteremo formale richiesta all'Inail perché si apra un tavolo tecnico e chiederemo che vengano esercitati i diritti di autotutela per tutti i lavoratori esposti. Sappiano che noi non ci fermeremo ma andremo avanti, se servirà, fino alla Corte di giustizia europea» «Ci sono voluti 17 anni per ottenere giustizia – ha continuato la Contu – Purtroppo per molti lavoratori il diritto alla riliquidazione della pensione è ormai prescritto. Ma le vedove ora potranno chiedere un risarcimento». E tutto grazie al coraggio di Tore Coi e Renzo Puggioni che, dopo il rigetto del ricorso presentato un anno fa al tribunale di Nuoro, non si sono dati per vinti e, assistiti dall’avvocato Massimo Lai, hanno impugnato la sentenza. «Ora la battaglia continuerà, per chi non c’è più», ha concluso Salvatore Pinna della Cgil. Intanto l’Aiea ha annunciato di aver consegnato in Procura centinaia di ordini di acquisto di guarnizioni in amianto da parte dell’Enichem dal 1987 al 1998. «E pensare che l’amianto è stato bandito nel ’92». (g.z.)

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