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Tra un mese la decisione del Tar sull’inceneritore

MACOMER. Fra un mese o poco più si conoscerà la decisione del Tar di Cagliari sui ricorsi con i quali il comitato “Non bruciamoci il futuro”, “Zero Waste Sardegna”, l’Unione dei Comuni della Barbagia...

23 giugno 2016
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MACOMER. Fra un mese o poco più si conoscerà la decisione del Tar di Cagliari sui ricorsi con i quali il comitato “Non bruciamoci il futuro”, “Zero Waste Sardegna”, l’Unione dei Comuni della Barbagia (ne fanno parte Gavoi, Lodine, Ollolai, Olzai, Oniferi, Ovodda, Sarule e Tiana) e il comune di Nuoro hanno chiesto l’annullamento degli atti autorizzativi alla realizzazione di un nuovo inceneritore a Tossilo rilasciati da Regione Sardegna, Provincia di Nuoro, Consorzio industriale di Macomer, Tossilo Spa, comune di Macomer e Asl n. 3 di Nuoro. Ieri mattina, in concomitanza con l’udienza della Prima Sezione del Tribunale amministrativo regionale per decidere sui ricorsi contro la realizzazione del nuovo inceneritore, il fronte del “no” ha manifestato a Cagliari in piazza Carmine di fronte alla sede del Tar. «No all’inceneritore di Tossilo per la salute e per l’occupazione», queste le principali motivazioni che hanno fatto scendere in piazza comitati, associazioni e sindaci per fermare l’iter (già molto avanti, tant’è che lunedì il Consorzio Zir ha consegnato i lavori di realizzazione dell’impianto al raggruppamento di imprese che ha vinto la gara) che dovrebbe portare alla realizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti nell’area industriale di Tossilo. La protesta è stata accompagnata da bandiere, striscioni e cartelli con disegni di scheletri appesi al collo dei manifestanti. La decisione del Tar probabilmente arriverà prima delle ferie. Nel corso della manifestazione è stato spiegato che alla base dei ricorsi c’è il fatto che «l’impianto va contro il piano regionale dei rifiuti e non tiene conto dei dati Arpas in materia ambientale». Sergio Pilia è il presidente del comitato “Non bruciamoci il futuro” impegnato da anni contro la realizzazione del nuovo inceneritore a Macomer. «Il nostro comitato – ha detto – ha da tempo proposto una soluzione alternativa all’incenerimento. L’impianto non solo ci preoccupa per gli effetti sulla salute, ma anche perché brucia posti di lavoro. Noi abbiamo un’idea diversa in grado di decuplicare l’occupazione e di ridurre le spese. Perché non ci ascoltano? Ormai tutte le politiche sui rifiuti stanno andando verso la raccolta differenziata e il riciclo per il recupero dei materiali riciclabili. Continuiamo a non capire a che cosa serva un impianto del genere». (t.g.t.)

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