Riconosciuti i benefici per due ex lavoratori
Ottana, la Corte d’appello di Sassari ha condannato l’Inps a pagare i contributi Un verdetto che apre nuovi spiragli per tutti gli operai dei siti industriali
OTTANA. «La Corte dichiara il diritto del ricorrente ai benefici previsti dall’art. 15 comma 8 della legge 257/92 e, per l’effetto, condanna l’Inps a rivalutare l’anzianità contributiva del ricorrente mediante l’applicazione del coefficiente 1,5 nel massimo di 40 anni di contribuzione; condanna l’Inps a riliquidare la pensione in godimento al ricorrente tenendo conto della maggiore anzianità di cui sopra e a corrispondere allo stesso le differenze di rateo maturate alla data della domanda giudiziale; condanna, infine, l’Inps al pagamento delle spese giudiziali».
Questo il dispositivo della sentenza della Corte d’appello di Sassari – che ribalta il giudizio di primo grado e stabilisce il diritto di due lavoratori dell’ex Enichem di Ottana a vedersi riconoscere i diritti previdenziali riconosciuti ai lavoratori che hanno lavorato a contatto con l'amianto.
Una sentenza storica, che, al di là dei singoli casi (due ex elettricisti dell’Enichem e della Montefibre di Ottana), apre nuovi spiragli per tutti i lavoratori dei siti industriali del centro Sardegna e di Assemini che lottano da oltre 23 anni per vedersi riconoscere i diritti previdenziali e i benefici sanitari sanciti dalla legge 257 del ’92, applicata nei siti chimici della penisola e non in quelli isolani. I due lavoratori erano assistiti dall’Aiea (Associazione esposti all’amianto) che, con determinazione e coraggio, manda avanti a vari livelli politici, istituzionali, amministrativi e giuridici, la lotta di questi operai. Una sconfitta, la sentenza della Corte d’appello deposita a Sassari qualche giorno fa, non solo per l’Inps, ma anche per l’Inail che ha sempre sostenuto che a Ottana l’amianto c’era in misura molto inferiore al limite di legge, al punto che, su 77 malattie professionali denunciate, ne sono state riconosciute solo sei e su 1441 richieste di risarcimenti previdenziali ne sono state concesse solo 12. «La sentenza – sottolinea la presidente di Aiea Sardegna, Sabina Contu – ribalta clamorosamente quanto dichiarato e sostenuto dall’Inal nel 2003, negando la presenza di amianto in quantità pericolose per la salute e segna una svolta straordinaria nella estenuante battaglia per il riconoscimento dei diritti per i lavoratori ex Enichem dei siti industriali sardi». I contenuti della sentenza saranno illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa a Nuoro convocata dall’Aiea, dalla Cgil e dall’Anmil (associazione mutilati invalidi del lavoro).