La Nuova Sardegna

Nuoro

LA DENUNCIA

Tre rumeni scappano da un ovile di Tiana

di Stefania Vatieri
Tre rumeni scappano da un ovile di Tiana

L’accusa: «Trattati da schiavi». Hanno camminato sulla 131 dcn per oltre 100 chilometri

01 giugno 2016
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Per scappare dal padrone di un ovile di Tiana tre rumeni, due ragazzi di 25 anni e un uomo di 56, hanno camminato per 100 chilometri sulla 131 dcn. La Polstrada li ha trovati domenica sera, alle porte di Nuoro. Stanchi, affamati e disidradati sono stati accompagnati al pronto soccorso per accertamenti. «Erano distrutti perché avevano camminato sotto il sole tutto il giorno, ma erano in buone condizioni fisiche», fanno sapere del pronto soccorso dell’ospedale San Francesco dove i tre rumeni hanno trascorso la notte di domenica. Poi il giorno dopo, accompagnati dal comandante della polizia stradale Guido Coppola, sono andati in Questura a raccontare la loro odissea. I tre sarebbero arrivati in Sardegna qualche mese fa, grazie a un loro connazionale che aveva promesso loro un lavoro in un ovile, a Tiana. E per loro è cominciato l’incubo. Il racconto è terribile. Nell’ovile, secondo il loro racconto, sarebbero stati trattati non come operai ma come schiavi. Lavoravano dalle quattro del mattino fino alle dieci di sera, anche quando pioveva o faceva freddo. Non potevano neanche andare in bagno, dovevano arrangiarsi sul posto. E il pasto era sempre lo stesso: due uova e un bicchiere d’acqua. Per non parlare delle botte e delle minacce: quando i tre lavoratori chiedevano di fermarsi per riposare il padrone li aggrediva.

Ora gli uomini della Squadra mobile di Nuoro stanno indagando per verificare l’attendebilità del racconto dei tre lavoratori che da lunedì sono ospitati in una comunità del Nuorese. Il passo successivo sarà quello di capire quanti siano i lavoratori stranieri che vengono trattati come schiavi nelle aziende agricole e verificare se esista una tratta di giovani dell’est Europa che vengono attirati in Sardegna col miraggio di un lavoro. L’obiettivo è quello di stroncare sul nascere ogni forma di abuso.

«Stiamo ancora verificando l’attendibilità del racconto dei tre rumeni – dice il capo della Squadra mobile Paolo Guiso – Le indagini stanno andando avanti. E non ci fermeremo: è inaccettabile lo sfruttamento di lavoratori, soprattutto se giovani e stranieri».

Un’episodio analogo era accaduto a Ottana diversi anni fa: due allevatori erano finiti nei guai con l’accusa di aver ridotto in schiavitù tre rumeni che lavoravano nella loro azienda agricola. Il processo in primo grado si é concluso con un’assoluzione piena.

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative