La Nuova Sardegna

Nuoro

Bollette dell’acqua, Dorgali in rivolta contro Abbanoa

di Nino Muggianu
Bollette dell’acqua, Dorgali in rivolta contro Abbanoa

La protesta dei residenti: «Molte sono già state pagate» Fatture persino da 2,16 euro: «Costa più la spedizione»

30 maggio 2016
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DORGALI. A dispetto delle promesse di far pagare consumi certi, della chiarezza e del mutato rapporto con i cittadini annunciati da Abbanoa con grande enfasi in tutti centri del circondario appena qualche decina di giorni fa, a Dorgali ma non solo, negli ultimi giorni l’ente unico per le risorse idriche ha scatenato un vero caos. Nel paese, infatti, è arrivata una vagonata di bollette “ pazze”, overo incomprensibili, già pagate, o comunque cariche di errori. Sono bollette che hanno “sconvolto” molte famiglie alle prese con il particolare momento di difficoltà. E per questo, nel paese, fioccano a decine, le lamentale e le preoccupazioni di tanti utenti e famiglie. «Ci sentiamo presi in giro – urla una signora di Dorgali sventolando una bolletta che supera i 200 euro – Non bisogna più lasciare che l’ente continui ad agire in questo modo. La mia bolletta che risale al 2002 è gIà pagata , perché, allora, me la richiedono un’altra volta? Quella della mia amica è caduta in prescrizione. Cosa vogliono ancora?». «A me- aggiunge un’altra residente di Dorgali – è arrivata una bolletta di 2 euro, praticamente sono le spese per averla spedita. Bastava non inviarle e i 2 euro sarebbero stati risparmiati. Dice che devono fare cassa e quindi sparano bollette a caso. Se uno ci casca, paga, e peggio per lui, ma è tempo di finirla. Bisogna fermare questa macchina infernale che non fa altro che procurare disservizi e spaventare la gente con bollette astronomiche». E sono molti, a Dorgali, che pensano di rivolgersi ad avvocati o alle associazioni. Mentre altri, ricordano episodi del passato che riguardano Abbanoa e che sono finiti in tribunale. «Chi paga i danni all’ambiente per l’inquinamento del lago Cedrino quando il depuratore era “ fermo” e noi pagavamo la depurazione ricevendo fango nei rubinetti di casa al posto dell’acqua? – dicono – Chi pagherà in danno di immagine al comune causato a Cala Gonone qualche anno fa quando i liquami furono versati direttamente in mare?». Uno sfogo più che comprensibile e condivisibile, quello del gruppo di donne che insieme hanno voluto far sentire il loro grido di protesta pur essendo abbastanza consapevoli che nell’immediato futuro le cose potrebbero non cambiare. «Per risolvere la situazione – dicono – dovremmo perdere una giornata, pagare il viaggio per andare a Nuoro negli uffici di Abbanoa dove ci sono file infinite, per dimostrare che le bollette le abbiamo pagate. Lo abbiamo fatto altre volte, adesso basta. Che qualcuno intervenga. Non se ne può più».

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