La Nuova Sardegna

Nuoro

Un’unica banda dietro i colpi ai tabacchi

di Valeria Gianoglio
Un’unica banda dietro i colpi ai tabacchi

Tante somiglianze con l’ultima rapina a Orgosolo: stessa vittima, stesso numero di banditi, orario identico dell’assalto

12 maggio 2016
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NUORO. A Orgosolo, da tempo, lo sanno anche i bambini: ogni santissimo martedì pomeriggio, intorno alle 16.30, in paese arriva il furgone dei monopoli di Stato con un carico consistente di stecche di sigarette caricate dal deposito di Nuoro. Supera il cartello all’ingresso del paese, si addentra nelle viuzze del centro, e rifornisce le due tabaccherie che servono l’intera comunità di fumatori.

Lo stesso giorno. Che il martedì pomeriggio sia il giorno di rifornimento-sigarette, evidentemente, lo sanno molto bene anche i rapinatori o aspiranti tali, tant’è che sia nell’ultimo colpo, quello di avant’ieri, sia in quello precedente, di otto mesi fa, i tre malviventi entrano in azione martedì con una precisione svizzera, piazzandosi in una posizione strategica per poter intercettare il furgone dei monopoli, poco prima delle 16.30.

La stessa banda. Stesso orario, stesso numero di componenti della banda, stesse modalità del colpo: per i carabinieri della compagnia di Nuoro, guidati dal capitano Alessio Falzone, che stanno indagando sull’ultima rapina, sono davvero troppe, insomma, le somiglianze tra i due eventi per non far ipotizzare un legame robusto tra i due fatti e soprattutto l’esistenza di un’unica banda specializzata in assalti ai tabacchi. E su questo, sin dai primi istanti dopo il colpo, gli investigatori stanno lavorando.

E di questo, anche ieri mattina, hanno discusso con i colleghi del commissariato di polizia di Orgosolo, guidato dal dirigente Giampiero Putzu, che invece stanno indagando sulla rapina allo stesso furgone dei monopoli avvenuta lo scorso primo settembre, e che martedì, dopo l’ultimo allarme per il colpo al furgone dei tabacchi, una mezz’ora dopo l’assalto hanno ritrovato il fuoristrada Suzuky Santana utilizzato dai malviventi per sbarrare la strada al furgone. Era nascosto, e ancora fumante dopo essere stato cosparso di benzina e incendiato, in una zona impervia nelle campagne di Orgosolo, in direzione Mamoiada. Anche a settembre, così come avant’ieri, i malviventi che entrano in azione sono tre, sono incappucciati, dispongono di armi, e sono anche piuttosto decisi. Del resto, lo sanno bene che il furgone dei monopoli di Stato arriva in paese ogni martedì pomeriggio, quindi pianificare la rapina purtroppo non è per loro così difficile. Ma il sistema della distribuzione della merce, stando a quanto emerso nel corso delle indagini, funziona proprio così e a meno di nuove regole disposte dai vertici del meccanismo di distribuzione dei tabacchi, non prevede modifiche che potrebbero invece rivelarsi preziose per evitare le attenzioni di banditi.

La stessa vittima. Certo è che anche nel colpo di martedì, i protagonisti dell’assalto erano tre, il furgone era lo stesso del colpo di settembre, il conducente anche: Franco Porcheri. Martedì, Porcheri, come sempre, parte da Nuoro direzione Orgosolo. Intorno alle 15.50, quando è a pochi chilometri dal paese, il suo furgone si trova la strada sbarrata dai banditi. Il povero conducente è costretto a fermarsi di botto: davanti, del resto, gli si piazzano tre persone con il volto coperto da un cappuccio. Franco Porcheri, probabilmente, in quei momenti pensa anche che purtroppo per lui, quella, è una scena già vista otto mesi prima. E come allora, di fronte alle armi, non può opporre alcuna resistenza.

Nessun segno identificativo. I tre, prima di fuggire, fanno razzìa del contenuto del furgone: otto casse piene di stecche di sigarette. Valore complessivo: circa seimila euro. Che fine abbiano fatto da allora, non sarà per nulla facile scoprirlo: gli stessi investigatori hanno accertato che nessuna “stecca” o pacchetto di sigarette ha un numero identificativo. Rubare un numero consistente di pacchetti di sigarette, insomma, è come rubare un chilo di mele: capire dove vadano a finire è impossibile. I carabinieri sono convinti che non vadano comunque troppo lontano, visto che i rapinatori, molto probabilmente, sono di Orgosolo.

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