La Nuova Sardegna

Nuoro

La Regione non si arrende e cerca nuovi investitori

di Stefania Vatieri
La Regione non si arrende e cerca nuovi investitori

I lavoratori hanno incontrato l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras Confermato l’abbandono della Nidec, allo studio opportunità alternative

05 maggio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Made in Sardegna? No grazie». La bandiera del Sol Levante della Nidec corporation non sventolerà sulla fabbrica nuorese di motori elettrici per lavatrici, Idea Motore. La conferma è arrivata ieri dall'assessore regionale all'Industria Maria Grazia Piras all’incontro con i rappresentati sindacali della Fiom- Cgil e una ristretta delegazione di ex operai, per fare il punto sulla vicenda dello stabilimento nuorese di motori elettrici per lavatrici. «L'assessore Piras nei giorni scorsi aveva incontrato gli amministratori della Nidec, la multinazionale che il 15 marzo aveva rilevato i macchinari dopo il fallimento della vecchia società – si legge nella nota stampa della Regione». L’esponente della giunta Pigliaru ha spiegato ai sindacati che la Regione nella propria attività di scouting in campo industriale ha verificato con la Nidec la possibilità di operare a Prato Sardo, ma al momento le strategie della multinazionale sono differenti.

Niente di nuovo dunque dal Palazzo di via Roma dove ieri pomeriggio al termine dell'incontro è stato comunicato il fallimento della vertenza Idea Motore, nota già a tutti da alcuni giorni ma che la Regione aveva preferito tenere sotto embargo fino a ieri. Ciò che invece ancora non era noto erano le strategie messe in campo dall'assessorato affinché il colosso nipponico proseguisse la produzione a Nuoro. Un lungo elenco che parte dagli incentivi per le assunzioni con la Flexicurity, agli sgravi fiscali nella contribuzione netta fino al 10 %, fino alla proposta di un finanziamento a fondo perduto del 50 % ( i fondi regionali Frai ) per l'acquisto del capannone attualmente all'asta, in programma il 12 maggio. Ma purtroppo la risposta della multinazionale giapponese è sempre stata solo una: «Il gap dell'Italia sulle politiche industriali e del lavoro non ci permette di investire qui». Meglio la Romania dove la manodopera costa meno e i finanziamenti per la reindustrializzazione sono a fondo perduto. Ma forse ancora un barlume di speranza c'è. Infatti a margine dell'incontro di ieri è emerso l'interesse di un terzo soggetto imprenditoriale disposto a prendere in mano la produzione come terzista, in sostanza produrre per conto della Nidec, facendosi carico per giunta dell'acquisto del capannone. L’assessore si è impegnata a verificare questa nuova opportunità .

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative