La Nuova Sardegna

Nuoro

l’udienza

Non rubò i soldi in dialisi: assolta

I giudici hanno prosciolto un’infermiera accusata di peculato

20 aprile 2016
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NUORO. I giudici del collegio, al termine della camera di consiglio, ne hanno stabilito la piena innocenza assolvendola dall’accusa di peculato che le era stata contestata. Si è conclusa bene, insomma, almeno dal punto di vista dell’imputata, la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolta una infermiera dell’ospedale San Francesco, addetta al delicato reparto di dialisi. L’imputata che ieri è stata assolta, secondo quanto aveva chiesto il suo avvocato, Monica Murru, si chiama Sebastiana Pira, vive a Orgosolo, e da tempo lavora dunque all’ospedale di Nuoro.

I fatti che le erano stati contestati risalivano al 2008 ed erano avvenuti nella sala dialisi, la stanza dove venivano sistemati i pazienti che dovevano essere collegati al rene artificiale. Uno di quei pazienti un giorno aveva denunciato di essere stato derubato di tutti i suoi soldi, e di aver subìto quel furto proprio mentre veniva sottoposto alla dialisi. «È stata l’infermiera che mi seguiva, a prendermi i soldi – aveva raccontato alle forze dell’ordine – le avevo consegnato una busta con più di tremila euro in banconote di piccolo taglio chiedendole di nasconderli dietro il mio cuscino. Ma poi non li ho più trovati».

L’avvocato Monica Murru, nel corso della sua arringa, ieri ha spiegato che «manca la prova che il paziente avesse portato con sè del denaro, e manca anche la prova che lo abbia consegnato alla Pira per sistemarlo dietro il suo cuscino. La Pira ha semplicemente collegato il paziente al rene artificiale, la busta l’ha sempre avuta il paziente per la durata della dialisi. Manca la prova della colpevolezza. Durante la dialisi, tra l’altro, in quella sala entrano tante persone, compresi stagisti e infermiere novizie. Nessuno, poi, neanche la persona offesa, che tempo dopo è deceduta, ha visto Sebastiana Pira asportare il denaro. Né l’hanno vista gli altri pazienti che facevano la dialisi».

«Il denaro del paziente – ha continuato l’avvocato Murru – è stato trovato dopo, intorno alle 13, in un bagno vicino alla sala dialisi. Era dentro il contenitore degli asciugamani di carta. Vengono ritrovati solo 1820 euro. In quel bagno entravano in tanti. Manca, insomma, la prova della colpevolezza». I giudici del collegio hanno accolto la richiesta della difesa e hanno assolto l’imputata. (v.g.)

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