La Nuova Sardegna

Nuoro

Peste suina, la svolta storica di Orgosolo

di Mattia Sanna
Peste suina, la svolta storica di Orgosolo

I pastori delle terre ad uso civico escono allo scoperto: «Basta con l’abusivismo, vogliamo metterci tutti in regola»

17 aprile 2016
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ORGOSOLO. Peste suina, arriva la svolta: i pastori di Orgosolo vogliono mettersi in regola. Viene così portato a coronamento con successo quel percorso di collaborazione, inaugurato già qualche mese fa. Un nutrito gruppo di allevatori ha deciso, dunque, di uscire allo scoperto, abbandonando una condizione di illegalità, che visto anche l’avvio dei primi abbattimenti, poteva costare davvero caro. Nelle mani del commissario straordinario Felice Corda, venerdì scorso, hanno voluto consegnare spontaneamente un elenco completo di nomi, accompagnati dal numero e dalla tipologia dei capi posseduti, suddivisi per età.

L’amministrazione comunale ha potuto, allora, avere contezza di dati e numeri realistici, guadagnando una fotografia concreta su un comparto, rimasto nell’ombra, solo fino a qualche giorno fa, per una porzione notevolmente importante. Secondo il monitoraggio, stilato recentemente grazie alle indicazioni ricevute dai pastori, novantadue aziende e ben 2.200 capi occuperebbero ancora le terre civiche, praticando il pascolo brado.

Anche se all’appello mancherebbe ancora un buon venti per cento. Metà di queste sono realtà regolarmente costituite che, tuttavia, entro il 30 novembre dell’anno scorso avrebbero dovuto adeguarsi alle disposizioni sugli allevamenti, (adottando, ad esempio, sistemi stanziali e installando recinzioni con doppia rete di protezione, come prescritto dalla normativa vigente). L’altra metà, invece, è rappresentata da piccole mandrie.

Attività a carattere secondario, di mero sostentamento, finalizzate unicamente al consumo diretto delle carni, da parte di oltre una quarantina di famiglie del paese dei murales. Riscontri, che senza dubbio fanno riflettere sulle dimensioni di un sommerso, rimasto finora ai margini. Un sommerso, tuttavia, che ha dimostrato di voler essere parte di un processo di debellamento dell’epidemia, delle cui ripercussioni hanno fatto le spese per primi proprio gli allevatori.

Basti pensare ai notevoli costi economici, ad un settore che non ha potuto svilupparsi e crescere adeguatamente, al blocco delle esportazioni, alla sfiducia dei consumatori e alle conseguenze a danno della salute dell’uomo, concretatesi perfino con alcuni episodi di contagio dell’epidemia di trichinella.

Non si può, d’altra parte, trascurare il merito e l’impegno dimostrato, in questa fase tanto complessa e spinosa, dal dirigente regionale Felice Corda, ex direttore dell’Ente foreste di Nuoro. Alla sua determinazione e ostinazione si deve l’opera certosina di convincimento realizzata e valorizzata attraverso un dialogo franco e leale con i pastori orgolesi, i quali lo hanno ripagato con la fiducia.

Adesso, spetterà alla Regione e alla task force istituita presso la Presidenza dettare le prossime tappe di un iter per nulla semplice, ma già a buon punto.

Ci si aspetta che si trovino le deroghe e gli spazi adeguati per consentire l’allevamento nelle terre civiche. Ci si aspetta che si riaprano ufficialmente i termini per ulteriori regolarizzazioni. Ci si aspetta che si garantiscano adeguate risorse a favore del benessere animale.

Ci sia aspetta ovviamente che si trovino e si elaborino le soluzioni tecniche più adatte per garantire i controlli di tutti i capi e per selezionare quelli sani, isolando e mettendo in quarantena gli infetti. Insomma, i capitoli aperti sono ancora tanti ma il passo avanti realizzato può contribuire davvero ad infondere fiducia ed entusiasmo a favore dello scopo ultimo, che sembra un po’ meno lontano. Il debellamento definitivo della peste suina.

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