La Nuova Sardegna

Nuoro

Gorropu, 500 escursionisti imbottigliati nel canyon

di Paolo Merlini
Un'mmagine dell'escursione tragicomica a Gorropu
Un'mmagine dell'escursione tragicomica a Gorropu

Pasquetta tragicomica per centinaia di visitatori arrivati da tutta la Sardegna e costretti a camminare per oltre 22 chilometri

30 marzo 2016
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NUORO. Se l’obiettivo era entrare nel guinness dei primati è stato centrato: non s’era mai visto un gruppo di cinquecento escursionisti nell’impervia gola di Gorrupu, il canyon del Supramonte al confine fra i territori di Urzulei e Orgosolo. La realtà è ben diversa, però, ed è la cronaca a più voci di una giornata fantozziana per i cinquecento malcapitati arrivati da tutta l’isola che si ritengono, nella migliore delle ipotesi, presi in giro e abbandonati a sé stessi sino a tarda sera, lontani chilometri dalle auto con cui fare rientro a casa. Molti dei partecipanti all’escursione, sfiancati da una camminata di circa 22 chilometri, il giorno dopo questa tragicomica Pasquetta hanno riversato la propria delusione, e rabbia in più di un caso, sulla pagina Facebook degli organizzatori di quello che che doveva essere un “bellissimo trekking” e si è invece rivelata una giornata di disagi e frustrazione. Così, il profilo dell’associazione Andhalas Ogliastra è stato bersagliato da decine di commenti dei partecipanti, che in più di un caso chiedevano agli amministratori della pagina almeno una parola di scuse per la Pasquetta di passione. Per non parlare di coloro che si sono sentiti presi in giro e si chiedono a cosa siano serviti i 15 euro versati all’associazione (oltre 500 i biglietti venduti).

Il mea culpa. In realtà il mea culpa arriva proprio da Andhalas, per bocca del suo presidente Ivan Deplano, guida ambientale regolarmente iscritto all’albo regionale. «Non ci aspettavamo un numero di persone così grande, siamo i primi a essere stati sopraffatti dalla massa di persone che ha risposto al nostro invito. Posso soltanto dire che ci scusiamo profondamente per i disagi causati e che è nostra intenzione rimediare al più presto, invitando le persone che si rivolgeranno a noi a una nuova escursione senza alcun costo da parte loro». Il presidente di Andhalas, associazione che ha sede a Lanusei, ha inoltre voluto precisare che i 15 euro del biglietto sono bastati a malapena a ricoprire le spese: cinque euro per il ticket che va pagato alla cooperativa di Urzulei che ha in gestione il sito e ne cura la biglietteria, e il resto per il pagamento delle assicurazioni per ciascun visitatore e per la retribuzione delle guide. A proposito, quante erano le guide? Nove, dieci, dicono ad Andhalas, non più di quattro persone dicono dalle altre cooperative che propongono trekking a Gorropu, e che lunedì sera sono intervenute per dare una mano alle persone del gruppone Andhalas in palese difficoltà, soprattutto durante la fase di rientro. Riservandosi qualche commento: «Gorropu non è un centro commerciale, il numero degli escursionisti andava limitato a non più di quaranta persone».

Prezzo troppo scontato. Il problema forse è proprio nel prezzo, eccessivamente basso, annunciato da diversi giorni attraverso i social network: 15 euro appena a fronte dei 30-40 euro normalmente richiesti da qualsiasi società che ha Gorropu tra le sue escursioni.

I problemi sono cominciati attorno alle 9:30 del mattino, sul luogo dell’appuntamento, un rifornitore di carburanti all’ingresso di Dorgali. Qui si sono radunati pian piano i cinquecento aspiranti escursionisti. L’assembramento ha attirato l’attenzione della polizia urbana di Dorgali, che ha capito subito come lo spostamento di 150-200 auto nella vallata di Oddoene (dove si prosegue a piedi) avrebbe causato problemi di grave intasamento. E per evitarlo, i vigili hanno dunque indicato come luogo di parcheggio prima della camminata un’area accanto alla chiesetta di Bonu Camminu, e non il ponte di Sa Barva che dista sei chilometri a piedi da Gorropu. Risultato? I chilometri da percorrere all’andata sono diventati undici, che sommati a quelli del ritorno fanno un totale di 22. A questi va aggiunto il percorso all’interno della gola, dove gli escursionisti sono arrivati esausti e incapaci di godere le bellezze naturali intorno. E le guide? Volatilizzate, dicono molti escursionisti.

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