La Nuova Sardegna

Nuoro

Parco Gennargentu, Seddone: «Serve l’intesa con i sindaci»

Parco Gennargentu, Seddone: «Serve l’intesa con i sindaci»

Il direttore dell’Apan propone di modificare il progetto «Bisogna avere l’accordo di tutte le comunità interessate»

20 marzo 2016
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NUORO. Dalla presentazione del primo progetto per la istituzione, sono passati la bellezza di 56 anni, e da allora non è ancora arrivata la parola “fine”. È davvero una “storia infinita”, insomma, quella che accompagna la nascita del Parco del Gennargentu: il direttore dell’Apan Sardegna, Gianfranco Seddone lo ripete con convinzione. È una “storia infinita”, dunque, che per Seddone deve adesso, tuttavia, arrivare a una svolta: cambiare il nome del parco, farlo, cioè, diventare il “parco delle comunità del Gennargentu”, e allargarlo, dunque, sino a comprendere nella sua gestione gli stessi sindaci dei paesi interessati come Desulo, Orgosolo, Arzana e Villagrande. Perché per far veramente decollare il progetto e per evitare errori già commessi in passato, prima di tutto, dice Seddone, serve l’accordo di tutte le comunità coinvolte. «Senza una intesa che non c’è mai stata – precisa il direttore dell’Apan – il parco rimarrà imprigionato nelle scartoffie, privo di legittimazione nonostante l’ingresso nelle geopolitica accondiscendente di Google. Il confronto può ancora a servire a rivalutare il tutto, purché nasca il tanto atteso parco che va a beneficio di tutta la comunità e della nostra isola». Seddone ricorda anche le tappe che hanno portato alla proposta di istituzione del parco. «La prima proposta di istituzione del Parco del Gennargentu – spiega – fu portata avanti negli anni 30 dal senatore avvocato Antonio Monni di Orgosolo, ma non ebbe conseguenze sul piano normativo ed attuativo. In questa prima fase si aveva la concezione di parco "conservazionista", visto con criteri esclusivamente naturalistici. Nel secondo dopoguerra si affiancano nuove funzioni quali la ricerca scientifica e ricreativa. In questa concezione glienti locali non hanno alcun particolar ruolo da svolgere; Il modello è quello della riserva integrale, un territorio in cui non esistono residenze stabili né attività produttive. Queste erano le proposte del parco Nazionale del Gennargentu formulata nel primo piano di rinascita». Negli anni ’60, invece, ricorda il direttore dell’Apan, «viene presentato il progetto parco della General Piani che provoca le sollevazioni popolari del 1968. Le comunità locali, sentendosi espropriate del loro territorio e della millenaria gestione che avevano su di esso, bloccano il progetto del parco con manifestazioni popolari. Si arriva poi alla legge 394 del ’91, dice Seddone, «per sconfiggere i teorici del parco giardinetto sotto casa, senza alcun valore di carattere internazionale. Per questo bisogna richiamare la 394 per cambiarla in maniera radicale. Il parco oggi potrebbe essere configurato come fondazione di partecipazione e l’assemblea della fondazione non può che essere costituita dai sindaci delle comunità dell’area». (v.g.)

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