La Nuova Sardegna

Nuoro

Cooperazione, la carta vincente

di Francesco Cabras
Cooperazione, la carta vincente

L’assemblea provinciale di Confcooperative: «Puntiamo su fusioni e consorzi tra aziende»

06 marzo 2016
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NUORO. La cooperazione come strumento fondamentale per lo sviluppo del territorio. Non solo economico, ma anche sociale e culturale. Dati ed esperienze alla mano, è il messaggio lanciato durante l’assemblea provinciale di Confcooperative Nuoro Ogliastra, nella sala dell’Exmè di piazza Mameli, che ha visto la conferma di Francesco Sanna alla guida dell’associazione per altri quattro anni. «Il modello cooperativo – ha detto Sanna ringraziando i soci – si candida come modello di impresa collettiva capace di rigenerare il territorio, di valorizzare i beni comuni, di generare impatto sociale. La cooperazione è la formula vincente per lo sviluppo». Concetto espresso anche dal sindaco Andrea Soddu, intervenuto in apertura di incontro.

«La filosofia della cooperazione – ha affermato il primo cittadino di Nuoro – è l’unica chiave di lettura dello sviluppo locale in centri periferici come il nostro e il legame cooperativo deve essere sempre di più incentivato». Soddu ha sottolineato anche l’importante valore che ne sta alla base, quello della solidarietà. «Non posso vivere io se non vive anche il mio vicino», ha detto. Un filmato proiettato in sala ha testimoniato la validità di diverse iniziative (alcune recenti, altre ormai radicate come la Cantina sociale di Jerzu) che oltre a portare sviluppo economico, hanno dato vita con successo a progetti di inclusione sociale e promozione culturale in tanti paesi di Nuorese e Ogliastra.

«Negli ultimi quattro anni abbiamo lavorato per trasformare l’associazione in una moderna agenzia di sviluppo locale», ha spiegato Sanna nel ripercorrere le tappe del suo mandato. Finora il sistema cooperativo è riuscito a tenere testa alla crisi imperante, ma per l’immediato futuro sarà necessario pensare a forme di cooperazione più strutturate, se è vero che – come ha evidenziato ancora Sanna – nel 98,5 per cento dei casi le cooperative provinciale sono classificate come micro o piccole imprese. Un problema da affrontare al più presto per il presidente dell’associazione, che individua una soluzione nella fusione e nei consorzi tra aziende.

«Le potenzialità ci sono tutte – ha detto – però oggi non è più sufficiente la bravura nel proprio lavoro». Per Confcooperative è necessario che le imprese promuovano la formazione, si dotino di una dirigenza che abbia ben chiara la realtà del territorio e che si superi ogni forma di deleterio provincialismo. All’assemblea, oltre ai dirigenti regionali Carlo Tedde e Gilberto Marras, è intervenuto Paolo Prosperini, coordinatore del comitato interministeriale sulla Strategia nazionale aree interne, che ha illustrato le linee guida del progetto del Governo che mira a «ripristinare le condizioni di cittadinanza e al recupero demografico» nelle zone disagiate riguardo servizi e infrastrutture.

È poi seguito il contributo di Vincenzo De Bernardo, direttore Confcooperative Federsolidarietà nazionale, secondo il quale molto spesso «gli ostacoli allo sviluppo non sono oggettivi, ma nella testa delle persone. Le risorse – ha sostenuto – sono rappresentate da ciò che esiste nel territorio, come ambiente, cultura, mestieri».

Elogi all’attività delle cooperative sono arrivati dal presidente della Camera di commercio, Agostino Cicalò, che ha anche illustrato i progetti per lo sviluppo promossi dall’ente in collaborazione con altre istituzioni, tra cui il Distretto culturale del Nuorese e Make in Nuoro, laboratorio di fabbricazione digitale. A chiudere gli interventi è stata Anna Pireddu, capo di gabinetto dell’assessorato regionale alla Programmazione. Per la dirigente «lo sviluppo locale ha bisogno di intelligenza collaborativa e le cooperative devono riuscire a svilupparla».

Pireddu ha esortato gli associati, se vogliono che la crescita ci sia, ad «avere il coraggio di trasformare le rendite in reddito. Le imprese - ha detto inoltre - devono "marciare" perché il mondo va veloce». Uno degli aspetti fondamentali per la rappresentante della Regione è imparare a spendere le risorse comunitarie, «l’abc per il pubblico e il privato», ma anche saper sviluppare progetti concreti e fattibili quando si chiedono finanziamenti, «perché di assegni in bianco – ha avvisato – la Regione non ne firma più».

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