La Nuova Sardegna

ORGOSOLO. Diga di Cumbidanovu: si va avanti con la complessa opera di pulizia di tutta l’area ma ci vuole del tempo prima di rimettere in sesto il tutto. È stato un danno ingentissimo quello causato dall’ultima alluvione nella gola di Cumbidanovu. Nulla era rimasto in piedi del cantiere. Sono previsti almeno altri quattro o cinque mesi di lavori prima che riemerga dalla montagna di detriti il piano di lavoro e si possa riparlare nuovamente di riassunzione degli operai e lavori veri e propri per la realizzazione della diga infinita.

Una delle grandi opere che è entrata di diritto nell’albo doro delle opere incompiute a livello nazionale. Una diga di cui si parla da trent’anni e si è ancora al palo di partenza, ma che sicuramente si farà, mettere termini a questo punto è quanto mai azzardato.

Una diga nata nel segno della sfortuna, se la si vuole chiamare così, sono un’infinità le partenze false di diversa natura, fallimenti di imprese, materiali difettosi (le famose fessurazioni), mancanza di fondi, controversie con impresa appaltatrice peraltro ancora non sanate definitivamente e per non farsi mancare nulla in ultimo il passaggio devastante del ciclone che ha messo in ginocchio tutto e tutti. Adesso molte tessere pare si stiano posizionando al loro posto e si sta ripartendo per l’ennesima volta. Intanto c’è un presidente al Consorzio di bonifica, Ambrogio Guiso che subito dopo la sua nomina si è buttato a capofitto nella ripresa dei cantieri fermi non solo nella diga di Orgosolo. Uno scossone che ha avuto le immediate positive ripercussioni e nella diga di Cumbidanovu. Dopo due anni di stop, in quello che è rimasto del cantiere e dell’impianto di betonaggio sono già all’opera gli escavatori per i lavori di propedeutici alla pulizia del cantiere. Le macchine operatrici sono a buon punto con la risistemazione della viabilità interna. Era impossibile infatti, perfino arrivare al cantiere. Centinaia di tonnellate di detriti avevano distrutto e coperto tutto. (n.mugg.)