La Nuova Sardegna

Nuoro

storie di dolore

La lunga attesa dei parenti, una disperazione senza fine

NUORO. Non sapere che fine ha fatto un proprio caro è un dolore che non finisce mai. E forse è anche più grande del dolore per una morte. Perché per un morto c’è sempre una tomba su cui piangere, per...

07 febbraio 2016
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NUORO. Non sapere che fine ha fatto un proprio caro è un dolore che non finisce mai. E forse è anche più grande del dolore per una morte. Perché per un morto c’è sempre una tomba su cui piangere, per chi invece è disperso nel nulla non c’è niente altro da fare che continuare ad aspettare e sperare. Magari che un giorno ritorni, oppure che venga trovata la certezza che non c’è più niente da fare. L’ultimo disperato appello per uno scomparso è quello fatto dal padre di Stefano Masala, il giovane di Nule sparito misteriosamente all’indomani del delitto di Gianluca Monni a Orune. Un appello accorato, fatto da una famiglia devastata dal dolore con una mamma che si è anche ammalata per la disperazione di non sapere nulla di quel figlio tanto amato. Proprio come l’anziana mamma di Irene Cristinzio, disposta anche a vendere la casa pur di sapere che fine ha fatto la figlia. E come la mamma di Salvatore Elias, l’allevatore di Orgosolo dissolto nel nulla 8 anni fa. Mamme addolorate che hanno una sola speranza nel cuore: sapere che fine hatto fatto i loro figli. (plp)

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