La Nuova Sardegna

Nuoro

Cristinzio, la taglia non rompe il silenzio

di Nino Muggianu
Cristinzio, la taglia non rompe il silenzio

Dal Molise nuovo appello della famiglia dell’ex insegnante di Orosei. «Chi sa qualcosa telefoni al numero 371 1334564»

07 febbraio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





OROSEI. «Vendo la mia casa per pagare chi mi riporta a casa mia figlia Irene». Non si da pace e non si rassegna Giuseppina Tartaglione, l’anziana mamma di Irene Cristinzio, l’insegnante in pensione scomparsa misteriosamente intorno alle 8 del mattino dell’11 luglio 2013 mentre rientrava nella sua casa sul lungomare di Orosei dopo la consueta passeggiata mattutina, continua a mandare segnali a chi sa qualcosa sulla sorte della figlia. «È il mio unico desiderio prima di morire – ha aggiunto la donna –. Centomila euro in contanti sono già pronti per chi, anche in forma anonima, è in grado di darci notizie certe e documentate su Irene. Metto anche a disposizione un numero telefonico dove contattarmi: 371 1334564».

Un appello ancora più disperato dei tanti altri lanciati dalla donna che, alla soglia degli 86 anni, passa le giornate nella sua casa in Molise a piangere e pregare. Il portavoce della famiglia Cristinzio è Michele, giornalista pubblicista, fratello minore della donna scomparsa a Orosei. Lui è convinto che ci sia qualcuno che sa, ma che non può parlare pubblicamente ed ecco quindi l’idea del numero telefonico al quale rivolgersi anche in forma anonima. «Notizie – ha precisato Michele Cristinzio – che devono arrivare solo in Molise. Ma vogliamo certezze sulla sorte di Irene. Speriamo che sia viva, ma siamo pronti a ricevere qualsiasi notizia, anche brutta. Eventualmente anche i resti – ha aggiunto con la voce incrinata dal dolore –.Dove recapitarli lo diremo al momento giusto, perché adesso mia madre è in una località segreta in un luogo protetto. Confidiamo molto nell’aiuto della Nuova Sardegna per raggiungere il risultato sperato, qualunque sia».

Michele Cristinzio non crede assolutamente allo scambio dei persona di cui si parla ogni volta che viene rievocata la scomparsa dell’insegnante di Orosei. «Siamo convintissimi che è successo qualcosa che poi è sfuggita di mano a chi l’aveva organizzata – – ha insistito l’uomo –. Voglio precisare che il 90 per cento dei sardi sono onesti e sinceri, tra questi naturalmente ci sono mio cognato Antonio Nanni (marito di Irene, ndr) e i figli. Ma c’è una piccola minoranza che non saprei definire. Adesso non ci sono più alibi, chi sa e chi vuole aiutarci può farlo nella maniera che ritiene più opportuna. Speriamo che finalmente ci diano le notizie che aspettiamo da oltre due. I soldi sono pronti».

Michele Cristinzio ha anche messo in conto che inevitabilmente si farà avanti qualche sciacallo. «È il prezzo che purtroppo siamo disposti a pagare – ha continuato il fratello della donna scomparsa –. Ma la nostra speranza è che quanto prima il mistero si possa risolvere».

Tantissime le segnalazioni relative a presunti avvistamenti di Irene Cristinzio come quello arrivato dall’sola di Ponza dove sul litorale era stata trovata una scarpa sportiva con all’interno i resti di un piede e poi altre ancora. Tanti anche gli appelli in tv, come quello del figlio Salvatore: «Continuiamo a cercare mia madre, con i droni e con tutte le tecnologie e anche nei pozzi non controllati». E poi quello recente del marito Antonio Nanni e della figlia di Irene.

Finora c’è solo una certezza: i carabinieri, e in particolare quelli della Compagnia di Siniscola, al comando del capitano Andrea Senes, non hanno mai abbandonato il lavoro investigativo sulla misteriosa scomparsa dell’insegnante.

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative