La Nuova Sardegna

Nuoro

La Tossilo perde 800mila euro

di Tito Giuseppe Tola
La Tossilo perde 800mila euro

Macomer, dibattito in Consiglio sui rifiuti e sui problemi per lo spegnimento dell’inceneritore

04 febbraio 2016
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MACOMER. L’impianto verrà spento entro metà mese: in attesa del nuovo inceneritore i rifiuti conferiti alla Tossilo finiranno in discarica dopo una preselezione.

I problemi della Tossilo Spa di Macomer e del sistema di smaltimento dei rifiuti sono stati affrontati dal consiglio comunale su richiesta dei gruppi di opposizione e di alcuni consiglieri di maggioranza.

Problemi complessi. Quello affrontato dal Consiglio è un tema delicato ed esplosivo che investe problemi di carattere economico, sociale e ambientale. Quello della Tossilo è un sistema complesso che si compone di una piattaforma di pretrattamento, due linee di termovalorizzazione, una turbina con generatore che recupera energia elettrica, una discarica controllata, un impianto di compostaggio e una piattaforma di selezione del rifiuto differenziato. È però un sistema zoppo, in quanto le due linee sono vecchie e non possono bruciare più di tanto perché surriscaldano: il recupero energetico è irrisorio, al punto che la Tossilo compra energia, il compost prodotto è tutto invenduto, la piattaforma dei rifiuti differenziati pronta dal 2014 non è mai entrata in funzione e la discarica è satura.

Un impianto vecchio. L’idea di un sistema di trattamento dei rifiuti è della seconda metà degli anni Ottanta. Nel 1993 entrò in funzione il primo modulo della discarica di Monte Muradu e nel 1994 venne avviata la prima linea di incenerimento. Nel 2000 è stata avviata la seconda e nel 2003 venne ultimato il raddoppio della discarica.

Bilancio in rosso. La situazione della Tossilo è stata illustrata dal sindaco, Antonio Succu, il quale ha parlato dei problemi nei quali si dibatte la società. Succu ha spiegato che quella del 2015 è stata una gestione particolarmente gravosa, in quanto già nei primi nove mesi di esercizio si sono registrate perdite per 650 mila euro. Il 2015 chiuderà con un passivo di circa 800 mila euro. Le cause del disavanzo sono legate diminuzione dei ricavi, dovuta al calo dei conferimenti. La diffusione della differenziata ha infatti ridotto i rifiuti da bruciare. Nel 2011 sono state trattate 37.350 tonnellate di rifiuti, 32 mila nel 2012, 30 mila nel 2013, 27.800 nel 2014 mentre nel 2015 il bacino ne ha conferito 25 mila.

Tariffa elevata. Per riequilibrare le quantità e riportarle ai livelli di quelle del 2011 sulle quali si basa la tariffa di 199,15 euro più Iva al 10% sono arrivati rifiuti da Oristano, ma le due linee non riuscivano a smaltirli. A questo si somma lo stato dell’impianto che non consente di recuperare neppure l’energia necessaria per l’attività, che viene comprata spendendo quasi quanto il passivo accumulato nel 2015. La soluzione ipotizzata dalla Tossilo era quella di aumentare la tariffa, ma avrebbe scatenato la ribellione dei Comuni. L’ipotesi era infatti di portarla a 272 euro a tonnellata più Iva.

Quattro anni di lavori. La transizione dal vecchio al nuovo impianto durerà da tre a quattro anni. Nel frattempo la Regione ha autorizzato il conferimento dei rifiuti pretrattati alla discarica di Chilivani. Per i comuni è un vantaggio perché la tariffa scende a 174 euro. Resta aperto il problema del personale. I dipendenti sono 38. Nella fase di transizione 15 saranno in esubero. Per loro si cercano soluzioni

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