La Nuova Sardegna

Nuoro

Congiu: «Enti locali, nuove opportunità»

Congiu: «Enti locali, nuove opportunità»

Il consigliere regionale del PdS sottolinea i vantaggi della riforma «per i territori uniti e solidali»

02 febbraio 2016
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NUORO. «La legge di riordino deli Enti locali appena varata sarà destinata ad aprire nuovi scenari nel governo dei territori e, come sappiamo, nuovi scenari significano nuove opportunità per coloro che sapranno coglierle». Il consigliere regionale del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu non ha alcun dubbio «che la legge valorizzi i processi aggregativi tra enti locali, anche se il rischio che tali processi avessero più occhi per i grandi centri urbani, era forte». «Abbiamo quindi interpretato il nostro ruolo all’interno del Parlamento sardo – sottolinea a chiare lettere l’avvocato Congiu –, come un utile esercizio di statualità, con l’obiettivo di mettere in campo non solo una legge utile, ma che tale fosse per tutti: città e piccoli centri, grossi agglomerati urbani e piccole realtà rurali».

Il consigliere regionale di Macomer sottolinea come la legge sugli Enti locali offra nuove opportunità per i territori uniti e solidali. «Ci siamo intestati norme che codificassero principi, per noi, imprescindibili: lotta alla disparità tra territori (art. 1), sì alle perequazioni e al riequilibrio finanziario e funzionale dei territori marginali (art. 3), pari opportunità per tutti gli ambiti territoriali a prescindere dalla consistenza numerica delle città che vi ricadono (art. 5). Il tutto – dice l’esponente del Partito dei Sardi – nel solco di una modernità capace di guardare sempre più favorevolmente ai modelli aggregativi (Unioni dei comuni e reti), ma senza ripudiare la caratterizzazione delle nostre “regioni storiche” e che oggi vengono declinate in “ambiti territoriali ottimali e strategici”. La Sardegna non è fatta solo di poli urbani o di città metropolitane o di città medie: su 377 Comuni 270 non superano i 3.000 abitanti e 78 Comuni hanno una popolazione tra i 3.000 e i 10.000 abitanti». Congiu evidenzia che a queste realtà, «per lo più ricadenti nel Centro Sardegna e nelle zone interne, abbiamo guardato pensando a norme che consentissero anche agli ambiti marginali (senza città medie o reti di città) di sedere al tavolo della programmazione regionale strategica senza distinzione di rango o censo; a queste realtà marginali abbiamo pensato ottenendo la codificazione del principio della “perequazione” (parità di risorse e di funzioni) nell’ottica di evitare disparità territoriali». «Dal combinato disposto di queste norme discendono le nuove opportunità per i territori che vorranno riprendere quelle relazioni, vive e vitali in passato, ma frustrate da un modello Provinciale accentratore e oppressivo».

Un caso concreto: «Il Marghine – spiega il consigliere regionale del PdS – potrà riprendere le relazioni con la Planargia ed insieme guardare al Montiferru, al Mejlogu e al Guilcer, in un disegno omogeneo di sviluppo strategico socio economico, in cui innestare le necessarie funzioni amministrative. Ora la parola passa ai Comuni e alla loro capacità di coesione. Le norme ci sono». (l.p.)

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