La Nuova Sardegna

Nuoro

Sigilli dei carabinieri nell’ex Montefibre

di Paolo Merlini
Sigilli dei carabinieri nell’ex Montefibre

Blitz dei militari del Noe nei siti dismessi di Ottana alla ricerca dell’amianto killer, ma anche di altre sostanze pericolose

29 gennaio 2016
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OTTANA. Si sono presentati ai cancelli dell’area industriale di prima mattina, e sono andati a colpo sicuro in alcuni siti dismessi del vasto insediamento industriale alla ricerca di rifiuti pericolosi. I carabinieri della compagnia di Ottana e del Nucleo operativo ecologico di Sassari su disposizione del procuratore della Repubblica Andrea Garau sono entrati nell’area industriale alla ricerca dei rifiuti pericolosi di cui in questi giorni si è parlato anche in parlamento dopo la denuncia dell’Aiea, l’associazione esposti amianto. Ma l’attenzione degli investigatori non si è soffermata solo sulla fibra killer, ma anche su altre micidiali sostanze tossiche che potrebbero trovarsi ancora nell’area industriale nonostante risalgano ai primi decenni di attività industriale. In particolare, i militari avrebbero concentrato l’attenzione sull’intera zona ex Montefibre, dove nel tempo sarebbero stati occultati rifiuti e sostanze di vario genere. L’operazione, coordinata dal comando provinciale dei carabinieri, ha portato al sequestro di una vasta area sulla quale sono stati posti i sigilli.

Cosa è stato trovato? I militari ancora non lo dicono, ma spiegano che il fine dell’inchiesta è accertare se ci sia stata omessa bonifica o smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Adesso procederanno a ulteriori accertamenti di natura tecnica, chimica e biologica per individuare la presenza di fonti d'inquinamento. La preoccupazione degli investigatori è data dalla vicinanza con l’abitato di Ottana e con il fiume Tirso, dove più volte anche in tempi recenti sono state registrate gravi forme di inquinamento. Di più al momento non è dato sapere del blitz dei carabinieri del Noe (guidati dal maggiore Umberto Rivetti) e della compagnia di Ottana (tenente Massimo Meloni) .

L’inchiesta della procura di Nuoro nasce dall’esposto dell’Aiea che nei mesi scorsi aveva denunciato la morte per malattie legate all’amianto di numerosi operai in servizio a Ottana tra gli anni ’70 e ’90, ma anche la possibile presenza di rifiuti pericolosi risalenti a quel periodo all’interno dell’area industriale. Va detto che proprio la presenza o meno dell’amianto è al centro della lotta dell’Aiea per il riconoscimento quali malattie professionali delle patologie asbesto correlate di cui molti ex lavoratori di Ottana soffrono o sono rimasti vittime. L’Inail ha sempre rifiutato tale eventualità, al punto di negare la presenza dell’amianto stesso all’interno degli ex stabilimenti Enichem ed ex Montefibre.

La battaglia per il riconoscimento dei diritti di tanti lavoratori è approdata da poco in parlamento, con la presentazione di due distinti disegni di legge alla Camera e al Senato per il riconoscimento dei lavoratori della chimica sarda quali esposti all’amianto, i cui effetti devastanti possono palesarsi anche dopo trent’anni. A questo va aggiunta la proposta del deputato Michele Piras di inserire due articoli all’interno del decreto Mille proroghe che diano, in tempi ancora più brevi, il riconoscimento della malattia professionale ai lavoratori ammalati a causa dell’amianto, e definiscano adeguati indennizzi per le famiglie di coloro che non sono sopravvissuti a tali patologie.

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