La Nuova Sardegna

Nuoro

Orune, la lunga protesta del Movimento dei pastori

di Paquito Farina
Orune, la lunga protesta del Movimento dei pastori

Il direttivo lancia l’allarme per i ritardi nei pagamenti dei premi comunitari Nenneddu Sanna: «I contributi devono arrivare nei tempi e modi stabiliti»

22 gennaio 2016
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ORUNE. Parte da Orune e si sta estendendo a macchia d’olio, l’ennesimo grido di protesta dei pastori, e stavolta per voce di autorevoli componenti del direttivo del Movimento Pastori Sardi che lancia l’allarme sui ritardi nei pagamenti dei premi comunitari relativi al Psr 2007/2013, benessere animale, indennità compensativa e premio unico. «I premi devono arrivare nei tempi e nei modi stabiliti, ad inizio annata agraria, nel mese di settembre al massimo –tuona Nenneddu Sanna, allevatore di Orune e componente del direttivo Mps – È l’intero sistema che non funziona, siamo veramente stufi di essere presi in giro da un apparato opprimente e inconcludente – ha continuato – autentici carrozzoni burocratici. Non passa giorno che non esca fuori una nuova norma, un nuovo cavillo come per esempio chiederci all’improvviso documentazione che non era prevista nel bando, di colpo tutto l’iter rallenta e si blocca. Agenzie che sulla carta sono stati create per sostenere i pastori e che invece nella pratica non solo non aiutano la categoria, ma per il mantenimento della loro struttura amministrativa drenano gran parte dei fondi destinati alle nostre imprese». Il pagamento dei premi sarebbe dovuto avvenire entro il 30 novembre 2015 «ma ad oggi non abbiamo ancora visto niente – ha proseguito Sanna – e anzi ci arrivano segnali per nulla confortanti. Il ritardo nella liquidazione dei premi è diventato ormai cronico e costringe la stragrande maggioranza di noi a ricorrere a forme di indebitamento estremamente onerose, che di fatto annullano i benefici derivanti dagli aiuti costringendoci inoltre a versare il latte agli industriali “allo scoperto”, senza prezzo, rimanendo in balia delle decisioni di quest’ultimi ed estremamente ricattabili».

Sulla stessa linea Mario Carai, altro componente del Mps. «Siamo molto preoccupati di questa generale disattenzione delle istituzioni e degli enti preposti verso il mondo delle campagne – ha dichiarato – non solo per il pregresso ma anche per il futuro. È da tempo che non vediamo risultati concreti, solo parole su parole, annunci ai quali però non seguono i fatti; non viviamo più nell'età della pietra e malgrado qualcuno pensi il contrario, non siamo nè stupidi nè cretini. A fronte di un generale apprezzamento del pecorino nei mercati internazionali (9,80 euro a kg il massimo raggiunto nel luglio scorso), assistiamo ad un inspiegabile calo del prezzo del latte e della carne di agnello. Perché, si chiede Mario Carai. Ma non solo. Le nuove modalità di attribuzione dei punteggi sui nuovi Psr ci penalizza eccessivamente a favore delle aziende orticole, frutticole e ceraricole –ha continuato l’allevatore – un paradosso se si pensa che il comparto agro-pastorale è di gran lunga predominante nella nostra regione». I pastori si rivolgono e chiedono aiuto alla politica e ai rappresentanti regionali affinché intervengano per sbloccare questa grave situazione di stallo con l’immediata erogazione dei fondi e al contempo suggeriscono la «costituzione di un unico Ente Regionale addetto ai pagamenti perché, partendo dal soggetto madre Agea e passando per le tante sub-agenzie non riusciamo mai a capire bene dove il meccanismo si inceppa, una sorta di sistema di scatole cinesi che di fatto disperde in mille rivoli i fondi destinati alle nostre aziende.

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