La Nuova Sardegna

Nuoro

Abbanoa, ora il comitato contesta la depurazione

di Tito Giuseppe Tola
Abbanoa, ora il comitato contesta la depurazione

Silanus, gli oneri sono stati addebitati nonostante l’assenza totale del servizio I reflui finivano nel rio Tribides causando un forte inquinamento delle acque

22 gennaio 2016
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SILANUS. Dal 2006 al 2015 il depuratore di Silanus ha scaricato migliaia di metri cubi di reflui fognari non trattati sul rio Tribides, un corso d’acqua che scorre a valle del paese. Abbanoa gestisce l’impianto da nove anni durante i quali ha scaricato nel ruscello a costo zero, ma nelle bollette degli utenti di Silanus ha applicato i costi di depurazione a prezzo pieno nonostante una sentenza della Corte cosituzionale abbia sancito che la tariffa non è dovuta per gli utenti che non sono collegati a impianti di depurazione attivi.

La denuncia del comitato. Il dato è emerso nel corso di una conferenza stampa del comitato Abbaona-Abbagiusta nato a Silanus per chiedere la corretta applicazione di costi e tariffe dopo una pioggia di maxibollette di conguaglio per sette anni di consumi, in parte prescritti, durante i quali per lunghi periodi è stata erogata acqua non potabile. Nella stessa bolletta è stata applicata la tariffa di depurazione per un servizio non reso nonostante l’articolo della legge che lo consentiva sia stata dichiarato illegittimo.

Un ruscello inquinato. Al di la dei diritti dei consumatori, il fatto grave è che per quasi nove anni Abbanoa abbia sversato nel rio Tribides acqua di fogna non trattata con conseguenze gravissime per l’ambiente, ma anche la salute delle persone perché quel corso d’acqua attraversa pascoli e terreni coltivati. «Sono dati che abbiamo ottenuto dagli uffici della Provincia per la tutela dell’ambiente – ha detto Angelo Morittu, uno dei dirigenti del comitato, – li abbiamo ottenuti dopo aver chiesto l’accesso agli atti e non senza difficoltà. Sono numeri che parlano da soli e riguardano gli esami eseguiti sui reflui in uscita dal depuratore. Una parte sono stati eseguiti da Abbanoa, gli altri dall’Arpas. L’assurdo è che di fronte all’inquinamento palese causato dagli scarichi fognari, non si ha notizia di procedimenti penali in corso».

Le analisi della Provincia. Avere i dati delle analisi non è stato facile. Dopo una richiesta formale di accesso agli atti e dopo tanto insistere, alla fine gli uffici della Provincia li hanno messi a disposizione. Il più allarmante riguarda l’escherichia coli, ma gli altri non sono più tranquillizzanti. L’escherichia è un batterio che può provocare infezioni, di diverse entità, che colpiscono l’intestino e i reni. Per legge la carica batterica dell’acqua all’uscita dai depuratori non deve superare 5000 UFT per 100 ml, ma se è più bassa e meglio. A Tribides si è andati avanti dal 2006 con livelli fuori legge che hanno raggiunto punte di 6,5 milioni di UFT per 100 ml.

La class action. Il comitato si prepara a intraprendere una causa collettiva per l’addebito degli oneri dei depurazione per un servizio non reso. «È allo studio – ha detto Tore Tedde, presidente del comitato, – ma non escludiamo altre azioni. Gli utenti di Silanus vogliono pagare, ma solo quanto è dovuto. Su questo Abbanoa fa orecchie da mercante. Ma è ancora più assordante il silenzio dei rappresentanti locali in Regione che hanno lasciato soli sindaci e cittadini a combattere con Abbanoa, la quale sembra godere di un’immunità incomprensibile. Non risulta una sola interrogazione sui disservizi. Arriverà il momento in cui di questo silenzio dovranno rendere conto agli elettori».

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