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Una vera invasione di turisti per la Sagra delle castagne

Una vera invasione di turisti per la Sagra delle castagne

ARITZO. La sagra delle castagne si è conclusa con il consueto successo di pubblico e di gradimento. Il paese è stato letteralmente invaso dai visitatori dalle prime luci dell'alba di domenica. Una...

27 ottobre 2015
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ARITZO. La sagra delle castagne si è conclusa con il consueto successo di pubblico e di gradimento. Il paese è stato letteralmente invaso dai visitatori dalle prime luci dell'alba di domenica. Una fiumana di gente che ha messo a dura prova il meccanismo di controllo del traffico, composto dai vigili urbani, carabinieri di Belvì, quelli di Tonara, corpo forestale e volontari. Impossibile trovare un parcheggio nell’arco di cinque chilometri dal centro abitato nelle direzioni di ingresso, compresa quella da Belvì , paese divenuto un immenso parcheggio per i vacanzieri della sagra. Con felicità anche degli operatori belviesi che hanno beneficiato del flusso turistico. Soddisfazione per tutti gli operatori, per gli ambulanti e gli espositori. Nella vetrina della sagra hanno trovato posto tutti i prodotti di Aritzo. Ad iniziare dalla carapigna, realizzata in piazza da Chicco Floris e soci. La suggestione del ghiaccio fatto a pezzi, messo all'interno dei mastelli, l’aggiunta del succo di limone. E i giri che trasformano il tutto nel più gustoso dei sorbetti, servito anche con aromi nuovi. Il percorso del gusto prosegue poi con il torrone. Antonio Maxia, titolare di uno dei rinomati torronifici del paese lo ha realizzato in piazza, per la gioia dei visitatori. Il torrone aritzese ha una tradizione di lungo corso e ha conquistato diverse fette di mercato. Migliaia i quintali di castagne venduti: l’annata favorevole ha portato un ottimo raccolto ai venditori locali e a quelli dei paesi vicini. Segno che comunque la gente apprezza ancora nonostante il passare del tempo e la diversificazione del mercato. Forse perché il frutto del Gennargentu conserva il suo fascino antico, fatto di ricordi, di un camino dove le caldarroste venivano cotte con le tipiche padelle forate, tra fiamme e braci ardenti. Ora il comune di Aritzo, in collaborazione con la Pro loco, presieduta da Libero Loi, pensa già alla prossima edizione. Quella di quest’anno, realizzata in ristrettezze economiche e con tanti sacrifici è stata archiviata con un bilancio lusinghiero. (g.m.)

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