La Nuova Sardegna

Nuoro

Turismo: “La via del Sardo”, itinerario tra 10 paesi della provincia di Nuoro

di Paolo Merlini
L'itinerario turistico «La via del Sardo»
L'itinerario turistico «La via del Sardo»

Presentato il progetto ambientale del Gal Nuorese Baronia. Un percorso a più tappe incentrato sull’antica transumanza

25 ottobre 2015
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LULA. Un progetto di valorizzazione turistica che attraversa dieci comuni, e propone un itinerario in più tappe dove il visitatore viene portato a contatto con il genius loci di ciascun paese, e invitato a vivere un’esperienza il più coinvolgente possibile.

Lo propone il Gal Nuorese Baronia (l’organismo incaricato di gestire i fondi dell’Unione Europea nell’ambito dei programmi per lo sviluppo rurale) che un anno fa ne ha affidato la realizzazione a un’associazione temporanea di imprese guidata dalla nuorese Alternatura.

Tra i collaboratori, l’esperto di educazione ambientale Steve Van Matre, che a più riprese è venuto in Sardegna negli ultimi mesi per dare la sua impronta al progetto. E proprio dalla filosofia dello studioso statunitense, e in particolare dalla sua “Danza dell’esperienza” che dovrebbe modificare il rapporto tradizionale fra il turista e il luogo visitato, attinge a piene mani il progetto presentato venerdì mattina a Orune agli amministratori dei dieci comuni del Gal.

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Il nome dell’itinerario, “La via del Sardo”, ha l’ambizione di rappresentare, attraverso un viaggio geograficamente limitato, gli aspetti più significativi ed evocativi della Sardegna.

A introdurlo, il presidente di Alternatura Gianluca Cacciotto, che ha descritto paese per paese il Piano di interpretazione ambientale e le dieci esperienze che esso propone, in un itinerario che non deve essere necessariamente affrontato per intero o nello stesso periodo. Per ciascun comune è stato individuato un tema caratterizzante, legato a un personaggio della cultura popolare o a un particolare bene ambientale.

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Apre Bitti con la tappa “A corte dal Re Pastore”. È una tappa fondamentale dell’intero piano che ha come filo rosso l’antica transumanza. La visita, o l’esperienza per dirla con Van Matre, comincia al Museo della civiltà contadina e pastorale, dove il turista viene messo a contatto, attraverso una sorta di gioco interattivo, con i preparativi della transumanza, ma anche con la cultura a tutto tondo della pastorizia. Inevitabile che a Bitti si parli anche del canto a tenore.

Da qui ci si sposta a Loculi, per il “Mistero della matriarca”. Protagonista è la donna, il suo ruolo fondamentale nell’organizzazione di una famiglia di tipo pastorale. La matriarca, insomma, il cui ruolo viene illustrato a Sa domo de sas artes e de sos mestieris con leggende e credenze popolari. Il gioco e l’immedesimazione sono momenti importanti nel percorso di Alternatura, e li ritroviamo a Lula, dove ci attende “Sul fondale del mare antico”.

È un riferimento alle ere geologiche più remote, quando il Montalbo e poche altre vette erano le prime terre emerse della Sardegna. E alla scoperta dello splendido massiccio calcareo viene invitato il turista, attraverso una camminata che culminerà nel classico pranzo dei pastori e con un fuoriprogramma: l’incontro con un bandito. Va detto che al contrario dei malviventi che sino a vent’anni fa o poco più imperversavano realmente nel Montalbo, l’attuale figurante avrà un fucile caricato a salve, anzi con essenze di profumi del luogo da “sparare” verso i visitatori.

Da Lula a Osidda, dove è protagonista l’archeologia: “Il viaggiatore del tempo” qui conoscerà quella civiltà antica che edificava torri dappertutto (sono al momento ottomila i nuraghi censiti). Di qui a Onanì per conoscere “La trama del villaggio” e vivere la quotidianità di uno dei paesi più piccoli dell’isola e poi a Onifai, per assaporare “I tesori delle stagioni”: dall’agricoltura ai prodotti della pastorizia, attraverso la degustazione dei piatti che ne derivano e la loro illustrazione.

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A Torpè invece “La montagna racconta”: protagonista qui è la foresta demaniale di Usinavà. Al visitatore si vuole offrire la possibilità di conoscere la montagna (anche attraverso la collaborazione dell’Ente Foreste), soggiornare nei boschi in comode tende, e magari osservare i mufloni che la popolano.

Da Torpé a Posada, e il suo vasto sistema lagunare. La proposta è allestire, nel Centro di educazione ambientale ospitato nella Casa delle dame, “Le onde della memoria”, una sorta di macchinario azionato dagli stessi visitatori che illustrerà la formazione geologica della Sardegna. A Lodè il piano prende spunto dalla ristrutturazione di antiche case abbandonate nel centro storico, e dà vita a un “Puzzle di Lodè” dove trovano spazio anche le Mascaras Netas del carnevale.

A Orune, infine, si punta sulla “Via del sacro”, e non poteva essere altrimenti vista la presenza del pozzo nuragico Su Tempiesu, dedicato forse al culto dell’acqua, e ogni anno meta di visitatori convinti dei poteri “energetici” del luogo.

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