La Nuova Sardegna

Nuoro

Orunese a processo per tentato omicidio, sentiti gli ultimi testi

Orunese a processo per tentato omicidio, sentiti gli ultimi testi

Luigi Zori è accusato di aver sparato contro l’auto di Sestu Il giovane si è reso irreperibile dal 7 giugno del 2013

07 ottobre 2015
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NUORO. È ormai giunto alle battute finali il processo a carico di Luigi Zori, il giovane di Orune accusato del tentato omicidio di Antonio Sestu, un allevatore di 52 anni, del figlio Emanuele e della nipotina che si trovavano a bordo della Opel Corsa che la sera del 7 giugno del 2013 venne raggiunta da una pioggia di proiettili mentre transitava in corso Repubblica.

L’agguato era stato messo a segno, in pieno centro, a Orune, poco prima delle 20,30. Lo sparatore aveva atteso a bordo strada il passaggio dell’auto di Sestu e quando gli era passata davanti, aveva mirato e sparato 13 colpi con una calibro 9,21. Fortunatamente, nessuno era rimasto ferito.

Sullo sfondo dell'agguato teso ai Sestu, secondo l’accusa, ci sarebbe la vendetta. Luigi Zori, difeso dall’avvocato Tito Flagella, è infatti il fratello di Amerigo ucciso insieme a Pasquale Coccone nel 2004 nel Bar 2000 a Orune. Duplice omicidio per il quale era finito in carcere il figlio maggiore di Sestu, Alessandro, condannato a 19 anni e un altro compaesano, Mario Pala che dovrà scontare l'ergastolo.

Ieri davanti al collegio giudicante, presieduto dal giudice Cannas, è stato sentito uno dei carabinieri della stazione del paese che la sera aveva aperto la porta ai Sestu, subito dopo l’attentato. «Padre e figlio erano ancora molto scossi quando giunsero in caserma per avvisarci di quanto era successo – ha raccontato il carabiniere Giuseppe Oppedisano – e avevano accusato Luigi Zori. Poco dopo eravamo usciti e avevano seguito la Opel che portava i segni degli spari. I Sestu, prima si era fermati davanti al circolo Zori (zio dell'imputato) in via Musio, poi passando sotto casa dell’imputato, avevano iniziato ad inveire contro il padre e la sorella di Luigi Zori che da quella sera si è reso irreperibile». Con la deposizione del carabiniere si è chiuso l’elenco dei testi di questo processo che nel corso delle udienze ha visto anche dei colpi di scena. Quando Antonio Sestu è stato sentito in aula ha ritrattato: «Ho sentito i colpi dietro di me, tanti colpi, ma non ho visto chi ha sparato. Non ricordo quello che ho detto ai carabinieri, non c’ero con la testa» aveva detto. Il processo proseguirà il 27 ottobre, giorno in cui partirà la discussione ed è attesa la sentenza. (k.s.)

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