La Nuova Sardegna

Nuoro

Musica e folclore, festa di popolo

Musica e folclore, festa di popolo

Maschere e gruppi in costume tra gli stand. «Giornata storica per S’Istrumpa»

23 settembre 2015
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NUORO. Chi ha monopolizzato per sette giorni il padiglione Coldiretti con i Quattro mori sono stati sicuramente i canti, i balli e i colori dei costumi barbaricini. Alla festa delle culture, popoli e sapori hanno preso parte un centinaio di barbaricini con i loro gruppi folk e associazioni. «Anche l’animazione – spiegano il presidente e il direttore della Federazione Coldiretti Nuoro Ogliastra Simone Cualbu e Aldo Manunta – è stata pensata all’interno di un programma organico, ben definito. Ogni esibizione richiamava il tema della giornata e seguiva un filo logico».

A cominciare dal gruppo a tenore Supramonte di Orgosolo guidato dalla voce Franco Davoli, in veste anche di presidente dell’associazione Tenores Sardigna. «Siamo stati protagonisti in Expo per due giorni. In particolare martedì è stata la nostra giornata in quanto dedicata al Pastoralismo, quel mondo – ricorda Franco Davoli – che ha consentito al canto a tenore di essere riconosciuto dall’Unesco patrimonio intangibile dell’umanità in quanto espressione del Pastoralismo. Alla Coldiretti, dunque, il merito non soltanto di averci coinvolto nel loro progetto, ma di averlo fatto in modo intelligente inserendoci all’interno del nostro contesto più naturale, quello pastorale».

A completare la giornata del Pastoralismo, che ha visto protagonista anche l’antropologo di Bitti Bachisio Bandinu in un convegno promosso dall’Ara Sardegna, c’erano anche sos gherradores de s’Istrumpa di Ollolai (l’antica lotta dei pastori) capeggiati dal presidente della Federazione Giampiero Columbu e i giocatori della morra. «Una giornata storica per S’Istrumpa – rimarca Giampiero Columbu –. Abbiamo avuto la possibilità di spiegare al mondo l’origine del nostro sport più autentico e l’evoluzione che ha avuto nel tempo». Mercoledì e giovedì è stata la volta degli Amici del folkore di Nuoro che per ben due giorni hanno colorato e incantato il cardo che dal padiglione Coldiretti porta all’albero della vita con il canto a tenore, il coro e i balli in costume accompagnati dall’organetto suonato dai giovanissimi Valentina Chirra e Gabriele Mura. «Siamo orgogliosi di aver preso parte al progetto degli amici della Coldiretti – commenta a nome del numeroso gruppo Tonino Paniziutti –. Ancora una volta la Sardegna più autentica si è dimostrata originale e unica». Il fine settimana è toccato alla band nuorese degli Istentales che si è esibita davanti alle riproduzioni dei giganti di Mont’e Prama e agli applauditissimi Mamuthones e Issohadores della Pro loco di Mamoiada. I suoni dei campanacci, sabato pomeriggio scorso, giornata che ha fatto registrare il record di presenze per l’Expo con 250mila ingressi, sono arrivati fin sotto l’albero della vita tra una marea di persone che a stento riusciva a lasciare spazio alla sfilata, impegnata com’era nell’immortalare e filmare i protagonisti di uno spettacolo antico, custode di significati nascosti. Le maschere del carnevale barbaricino sono state al centro dell’attenzione di una platea venuta da ogni angolo di mondo che in questo modo ha potuto imprimere nella sua memoria una testimonianza di sardità.

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