La Nuova Sardegna

Nuoro

Sempre fermi i lavori della diga Maccheronis

di Sergio Secci
Sempre fermi i lavori della diga Maccheronis

Preoccupazione dei sindaci di Torpè e Posada in vista dell’arrivo dell’inverno «Questa opera rischia di diventare un’incompiuta e noi non possiamo fare nulla»

01 settembre 2015
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I lavori sull’argine destro del fiume dovrebbero concludersi prima dell’inizio dell’inverno, permettendo così di mettere in sicurezza i due paesi a valle della diga. Tutto è fermo invece per quanto riguarda le opere di completamento dell’invaso che sbarra il fiume Posada in località Maccheronis.

La conclusione delle opere con un sovralzo di circa due metri della diga, oltre a mettere a disposizione della collettività altri dieci milioni di metri cubi d’acqua, permetterà di regimentare meglio le ondate di piena e mettere in sicurezza la valle sottostante.

Non c’è ancora il progetto esecutivo invece per quanto riguarda i lavori per il rialzo dell’argine sinistro quello che preserva dalle inondazioni le campagne a nord dei due centri baroniesi e centinaia di piccole e medie aziende agricole.

Preoccupati per i ritardi i sindaci di Torpè e Posada Omar Cabras e Roberto Tola: «Sono lavori che dovrebbero essere ultimati in tempi rapidi – dice il primo cittadino di Posada – la diga è la parte più a rischio e quella che crea più preoccupazione agli abitanti di Posada e Torpè. Auspichiamo pertanto l’immediata ripresa dei lavori visto che sappiamo che l’assessorato ai lavori pubblici si sta muovendo e che inoltre ci sono a disposizione dodici milioni di euro per progettare e realizzare l’argine sulla sponda sinistra».

Stesse preoccupazioni espresse dal suo collega di Torpè Omar Cabras: «Quest’opera sta diventando un’incompiuta e da parte nostra non possiamo far altro che sollecitare l’ultimazione di questi lavori che iniziati nel 2007, sono stati interrotti tre anni fa. Noi come Comune possiamo attivarci per predisporre tutte le misure, attivare tutti i sistemi di allerta possibili e in questo senso, ci stiamo muovendo ma sotto gli altri aspetti, quelli legati alla conclusione del cantiere possiamo fare ben poco».

I primi cittadini responsabili in prima persona per quanto concerne la sicurezza del territorio chiedono tutele e la ripresa dei lavori.

In questo periodo dell’anno che l’invaso è semivuoto e il fiume può definirsi tale solo nella parte che dà verso la foce, sembra prematuro parlare del pericolo alluvione. Ma chi ha vissuto quei tragici giorni del novembre 2013 sa bene che con la natura non si scherza e che le piogge riverseranno nuovamente milioni di metri cubi nel lago e poi a valle.

Con i lavori per il sovralzo della diga fermi, l’incubo alluvione resta indelebile e la speranza e che si dia finalmente il via al completamento del cantiere infinito.

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