La Nuova Sardegna

Nuoro

Redentore, la sfilata degli errori. L'esperta: «Certi costumi sono un oltraggio»

di Stefania Vatieri
Una donna in costume si sfila una scarpa
Una donna in costume si sfila una scarpa

Franca Rosa Contu (Istituto etnografico): «Sbagli nell'80 per cento dei vestiti». Chiedo una riflessione, anche se tutto sommato il mio giudizio sulla manifestazione è positivo»

25 agosto 2015
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NUORO. «L’ottanta per cento dei costumi tradizionali che vedo sfilare al Redentore è sbagliato. Nell’abito maschile nuorese, per esempio, la ribattitura dello zippone deve essere a vista e la costura è semplice, elementi che raramente vengono rispettati, per non parlare poi della sezione di blu che ricopre il rosso, che risulta sempre errato. Pochi indossano sa berritta, parte fondamentale del costume». A sostenerlo è Franca Rosa Contu, responsabile del settore musei dell’Istituto Etnografico regionale, nonché massima autorità in materia, che da svariati anni commenta in tv la sfilata del Redentore.

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«Non se la passano bene neanche le versioni femminili, che da anni vengono oltraggiate da errori clamorosi» spiega Contu. Dalla benda indossata dalle nuoresi, e non solo, senza l'immancabile cuffia sotto, sa carretta, dove venivano raccolti i capelli intrecciati in una particolare pettinatura, alla disputa sul verso della benda, a volte a sinistra, a volte a destra. Così facendo ignorano, volontariamente, la tradizione. L’Isre possiede centinaia di fonti iconografiche, oltre che autorevoli fonti orali antiche, a disposizione di tutti, dove la benda è chiaramente a sinistra, tesi rafforzata dall’orlo presente in quelle più antiche, che detta legge perché fatto in modo tale che scenda a sinistra. E poi i tessuti, spesso e volentieri sostituiti con altri più economici da sarte improvvisate, fino agli ornamenti, a volte inesistenti, o impropri».

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È il lato oscuro della Sagra del Redentore che ogni anno mette in mostra il cattivo gusto, mescolato alla tradizione in un bizzarro tripudio di fantasia e sciatteria. Sono tanti poi i figuranti che il giorno dopo ribattono aspramente sul web alle critiche della Contu, ma «è inevitabile non commentare simili gravi errori. Come vedere le zeppe nelle figuranti di Desulo quest’anno è stato un pugno nell'occhio. Così come l’abito maschile desulese, troppo abbondante e con un eccesso di ricami. La nota positiva però sono state le pettinature perfette delle donne desulesi».

Ma questi sono solo piccoli esempi estrapolati in un mare magnum ricco di fogge male assortite, abiti cuciti male o inesistenti e acconciature ridicole, immancabilmente presenti nella kermesse barbaricina. «Devo dire che tutto sommato il mio giudizio sulla sfilata è positivo e lo sarà sempre. Le mie critiche dovrebbero portare a una riflessione e non a malumori. Mi ribello a questo modo di pensare, perché chi percepisce come offese personali i miei giudizi non ha ben chiaro il concetto che la tradizione è un patrimonio culturale condiviso e di tutti».

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