La Nuova Sardegna

Nuoro

Piazza Satta presa d’assalto per il Festival del folklore

Piazza Satta presa d’assalto per il Festival del folklore

La 18ª edizione dell’evento rende omaggio ai cento anni di “No potho reposare” Gli organizzatori: «La città ha bisogno di una foresteria per accogliere gli ospiti»

20 agosto 2015
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NUORO. Un successo che va oltre ogni più rosea aspettativa. E non soltanto per i numeri senza precedenti registrati martedì notte, ma anche e soprattutto per la qualità e l’affetto e le coincidenze. «La qualità dei gruppi che hanno preso parte all’evento e l’affetto dimostrato dalla città per questa manifestazione che ha compiuto diciotto anni ma è come se fosse una neonata» sottolinea Giuliano Marongiu il giorno dopo la grande festa del Festival internazionale del folklore. L’edizione, quella appena archiviata, della maggiore età, infatti, anche se ha ripreso vita l’anno scorso, dopo cinque anni (lunghissimi) di pausa. Le coincidenze, poi. Per il noto artista e presentatore, ormai di casa a Nuoro, il festival senza frontiere voluto e organizzato come sempre da “Gli amici del folklore” è stato arricchito, in questo caldo agosto 2015, dall’anniversario dei cento anni di “Non potho reposare”, i versi di Badore Sini musicati da Peppino Rachel (una storia che Michele Pintore racconta nel numero appena uscito dell’Almanacco Gallurese), un brano che ha fatto il giro del mondo e che martedì notte ha emozionato ancora una volta il pubblico nuorese e non solo, catturato dall’interpretazione magistrale che ne ha fatto il coro polifonico diretto da Tonino Paniziutti. «Una canzone scritta la sera del 23 luglio 2015 – spiega il direttore de “Gli amici del folklore” –, prima che tantissimi giovani nuoresi partissero per la guerra... ».

Altra coincidenza: i cinquant’anni della piazza Sebastiano Satta, l’opera d’arte del grande Costantino Nivola, che nel 1965 «diede nuova vita alla vecchia piazza Plebiscito», sottolinea ancora Giuliano Marongiu. Puntualissimo alle 21,30 spaccate nel dare il via alle esibizioni sul palco, dopo la sfilata dei costumi nelle vie del centro cittadino. Un corteo multicolore che ha raccolto una valanga di applausi lungo il percorso prima, in piazza Satta poi. Protagonisti indiscussi, oltre naturalmente agli stessi Amici del folklore, i gruppi ospiti: arrivati a Nuoro dalla Costa Rica e dalla Romania, come previsto dal programma, e a sorpresa (viste le defezioni dell’ultimo minuto di India e Slovacchia) dall’Ecuador e dal Burkina Faso. Colpo di scena, inoltre, con l’ingresso dei sardissimi Cambales di Irgoli, sodalizio di ballo formato da soli uomini, e delle sue ballerine spagnole di flamenco (scuola di Siviglia) dell’associazione culturale “Alma Gitana”.

«Quando siamo saliti sul palco, c’era talmente tanta gente, la piazza era così piena, che ci siamo spaventati» racconta ancora emozionato Giuseppe Pala, presidente dell’associazione “Gli amici del folklore”. Numeri da record, certamente, quelli registrati l’altra sera. Aperta dal canto a tenore e dal ballo sardo, a seguire i saluti dell’amministrazione comunale, per voce del vice sindaco nonché assessore alla cultura Sebastian Cocco. Giuliano Marongiu ha poi sottolineato l’impegno dell’assessore al Turismo e spettacolo Marcello Seddone, mentre i ringraziamenti finali sono caduti a pioggia a chiunque, in qualsiasi modo e a qualsiasi titolo, ha contribuito alla riuscita dell’evento.

Un evento che riprende fiato e già scalda i motori per il prossimo anno: «Vogliamo allargare gli orizzonti», assicura il presidente del sodalizio organizzatore nato nel febbraio del 1969. «Vorremmo fare come eravamo soliti fare anni fa: non un festival internazionale di un solo giorno, ma di tre, quattro giorni, di una settimana intera» va avanti Pala. «A questo proposito auspichiamo, in accordo con il Comune e con tutti i gruppi di Nuoro, di poter avere in città una foresteria che ci consenta di accogliere nel migliore dei modi gli ospiti che arrivano da tutte le parti del mondo. Nuoro lo merita, Nuoro ha sempre risposto». «È un pubblico che ci tiene – aggiunge Tonino Paniziutti – e sarebbe davvero bello far vivere la nostra città ai nostri ospiti per diversi giorni».

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