La Nuova Sardegna

Nuoro

Tre orunesi arrestati a Viterbo per minacce

Padre e due figli ai domiciliari per una storia di danneggiamenti legata all’utilizzo dei terreni civici

29 luglio 2015
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Padre e due figli di origine orunese sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Tuscania con pesanti accuse che vanno dalle minacce, al danneggiamento, agli atti persecutori, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, furti aggravati e abigeato. Il tutto legato all’utilizzo dei terreni civici sul quali da qualche decennio la famiglia teneva il bestiame al pascole che l’ex sindaco aveva deciso di disciplinare con una delibera.

A finire agli arresti domiciliari al termine di un blitz che ha impegnato decine di carabinieri dell’alto Lazio sono stati il patriarca Antonio Pira, 72 anni, di Orune, ma trasferitosi da lungo tempo a Farnese, nelle campagne di Tuscania, dove sono nati i due figli, arrestati con lui: Marco, 43 anni, e Paolo, 35 anni.

Tutto era cominciato qualche tempo fa quando l’ex sindaco di Farnese, Dario Pomarè, aveva presentato in consiglio comunale la riforma, poi approvata, della regolamentazione per l’utilizzo dei terreni a uso civico. Un provvedimento che avrebbe costretto i Pira a perdere circa 60 ettari di fondi agricoli di cui si erano appropriati nel tempo e che utilizzavano per pascolare le loro pecore. La riforma prevede il riassetto dei terreni accaparrati abusivamente nel tempo: 600 ettari da assegnare. Così, per non perdere questo privilegio, i tre avevano provato a ostacolarne l’attuazione. Nel mirino erano entrati l’ex sindaco e altri amministratori.

Il primo avvertimento a febbraio, quando all’ex sindaco era stato raso al suolo un intero uliveto: 160 piante abbattute. Poi gli erano stati incendiati un casale agricolo e un trattore. E ancora: erano stati uccisi gli animali da cortile e due cani da caccia, colpiti con una violenza tale da spezzare i bastoni utilizzati per picchiarli a morte.

Attraverso le intercettazioni ambientali, i carabinieri avevano scoperto i tre Pira erano pronti a mettere a segno altri atti intimidatori nei confronti di tutti coloro che avevano sottoscritto quel documento che li penalizzava. I militari avevano puntato immediatamente le loro indagini su Antonio Pira e i figli perché, quando il provvedimento non era stato ancora approvato, avevano minacciato i firmatari.

Il blitz dei carabinieri è scattato all’alba con 40 militari, l’ausilio di due unità cinofile per la ricerca di esplosivi e il supporto dell’elicottero. Durante le perquisizioni sono stato trovati accuratamente nascosti in varie parti dell’ovile: uno scanner, circa 500 cartucce a palla singola, quattro passamontagna, tre cartuccere, diversi pugnali di genere proibito e un puntatore laser notturno. Il materiale è stato sequestrato e sono state denunciate altre tre persone. (plp)

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