La Nuova Sardegna

Nuoro

Cacciatori sul piede di guerra pronti a difendere i cinghiali

di Stefania Vatieri

Il presidente dell’associazione Cpa Marco Efisio Pisanu contro il calendario venatorio regionale Attacco all’assessore: «Con l’apertura anche al giovedì si rischia di far estinguere l’animale»

16 luglio 2015
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NUORO. Armati di rabbia i cacciatori sardi sparano a “zero” sul calendario venatorio regionale. All’origine della contesa l’apertura della caccia al cinghiale tutti i giovedì oltre che le domeniche, scelta che secondo gli amanti delle doppiette isolane e in particolare del Nuorese, comprometterebbe flora e fauna del territorio, riducendo a lumicino i cinghiali che nel giro di pochi mesi diventerebbero solo un lontano ricordo. In merito alla questione è intervenuto il presidente regionale dell’associazione Cpa (Caccia, pesca e ambiente), Marco Efisio Pisanu, che in una nota scrive: «In riferimento al calendario venatorio 2015/2016, si vuole precisare che nella riunione del Comitato regionale faunistico tenuta il 9 luglio presso la sede dell’assessorato regionale all’Ambiente, l’associazione che rappresento (Cpa Sardegna) ha votato contro l’apertura della caccia al cinghiale – spiega il presidente Caccia pesca ambiente –. Il sottoscritto ha spiegato e fatto mettere a verbale le motivazioni del voto contrario, ovvero in una realtà come la nostra le compagnie di caccia grossa rivestono un’importanza sociale molto rilevante per i nostri paesi».

«Nella maggior parte dei casi si tratta di piccole comunità, infatti in Sardegna c’è il maggior numero di Comuni d’Italia al di sotto dei 5000 abitanti. La caccia è una passione, la caccia grossa in particolare lo è ancora di più, fa parte delle nostra cultura e delle nostre tradizioni, inoltre, in molte realtà è l’unica componente aggregante che permette agli abitanti di socializzare».

«In tantissimi paesi il capocaccia è quasi una istituzione, dopo il sindaco, il medico e il maresciallo viene lui. Per capire l’importanza sociale, è bene sapere che nei mesi successivi la chiusura della caccia si vive ricordando l’annata venatoria appena conclusa e nei mesi precedenti la nuova apertura si vive programmando – prosegue –. Durante la riunione di ieri ho detto al presidente che le compagnie di caccia sarebbero insorte, gli ho detto anche che nel giro di qualche giorno avrebbero trovato i cacciatori nel piazzale antistante l’assessorato. Infatti non mi sbagliavo! Con l’apertura della caccia al cinghiale al giovedì si rischia di far sparire gran parte delle compagnie, in quanto una eccessiva pressione venatoria, con presenze fisse sul territorio, significherebbe che nel giro di pochi mesi i cinghiali sarebbero solo un ricordo. Noi ci auguriamo che si ponga rimedio, ci auguriamo che prevalga il buon senso e che l’assessore convochi nuovamente il Crf per trovare una soluzione alternativa – aggiunge inoltre aspramente –. Capiamo le esigenze della Regione (centinaia di migliaia di euro di indennizzi), così come quelle degli agricoltori e siamo disponibili a collaborare per risolvere la situazione».

«Se l’assessore dovesse riconvocare la riunione noi abbiamo una proposta alternativa che potrebbe accontentare un po tutti: laddove vi è la necessità di contenere il numero dei cinghiali, per i danni alle colture e per i problemi legati alla Psa, le compagnie della zona, previa comunicazione al Cfva potranno esercitare le battute anche nelle giornate di giovedì. In questo modo saranno salvaguardati i territori dove vi è un limitato numero di cinghiali e allo stesso tempo può essere consentito il prelievo dove vi è la necessità».

«La cosa che non comprendiamo – chiude infine Marco Efisio Pisanu – è perché anche le associazioni ambientaliste abbiamo votato a favore dell’apertura della caccia al cinghiale il giovedì».

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