La Nuova Sardegna

Nuoro

I sindaci del Cedrino: «L’acqua è un diritto»

Per gli amministratori il primo intervento da fare è sulla rete: «È un colabrodo» La Regione boccia il progetto di approvvigionamento dalle fonti di Su Gologone

29 giugno 2015
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OROSEI. Nella valle del Cedrino è ancora emergenza idrica. L’acqua è scarsa, soprattutto nei periodi stivi. E spesso non è potabile a causa della inefficienza degli impianti di depurazione a monte della diga di Pedra e Othoni che rifornisce l’acqua a Orosei, Irgoli, Loculi, Onifai e Galtellì. Ad aprile i rubinetti di Orosei erano rimasti a secco, per l’ennesima volta, per tutto il mese. I cittadini, furibondi, avevano organizzato incontri pubblici per protestare contro una situazione divenuta ormai insopportabile (l’acqua non si poteva utilizzare neanche per lavarsi i denti) e per rivendicare il loro diritto all’acqua potabile.

Per questo i sindaci dei cinque paesi della valle hanno chiesto con forza alla Regione di attuare un nuovo piano idrico che preveda direttamente l’approvvigionamento dalla fonte di Su Gologone. Sulla base di un progetto ideato dagli ingegneri della provincia di Nuoro.

I sindaci dei cinque paesi (Franco Mula, Giovanni Porcu, Vincenzo Secci, Daniela Satgia, Giovanni Santo Porcu) negli ultimi mesi si sono incontrati più volte con l’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda. L’ultimo incontro risale a giovedì scorso quando dalla Regione è arrivata una doccia fredda: il progetto della Provincia, infatti, sarebbe troppo oneroso per le casse regionali e potrebbe non essere conforme alle normative ambientali e paesaggistiche in materia.

Gli amministratori però non si sono arresi e hanno presentato all’assessore e ai dirigenti di Abbanoa (presenti all’incontro)una ulteriore proposta. Per i sindaci del Cedrino il problema dell’acqua si potrebbe fronteggiare con un’idea semplice: riparare le condotte e le reti di adduzione esistenti. In pratica basterebbe fare le manutenzioni che non sono mai state eseguite. Le condotte comunali e le reti di adduzione, infatti, sono un colabrodo che determina ingenti perdite. «Ogni 100 litri di acqua immessa in rete ne arrivano ai rubinetti appena 40 – hanno denunciato i sindaci – Se solo si risanassero le reti quei cento litri al secondo sarebbero sufficienti a garantire l’approvvigionamento non solo dei cinque comuni della valle del Cedrino , ma anche di Oliena e Dorgali». Un’idea semplice che permetterebbe di vincere, finalmente, la battaglia dell’acqua. «In questo modo si supererebbe definitivamente il prelievo dalla diga di Pedra Othoni che resterebbe solo nel caso di guasti all’impianto di Jana e Ferru».

Per gli amministratori si risolverebbe così anche l’altro grave problema, quello della depurazione delle acque. «La diga di Pedra e Othoni potrebbe finalmente essere svuotata e ripulita». E i soldi? «Ci sono gli 8 milioni che la Regione ha stanziato per il risanamento del fiume Cedrino».

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