La Nuova Sardegna

Nuoro

Volontariato: stile di vita e cultura del dono

di Bernardo Asproni

Lula, si è chiuso con successo il convegno regionale organizzato a Son Enattos da Sardegna Solidale

22 giugno 2015
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LULA. «Il volontariato con pochissime energie riesce a fare tanto. C’è una cultura, c’è un atteggiamento: è la cultura del dono e l’etica del dono. Solo insieme l’uomo si salva». Sono alcuni passaggi dell’intervento del vescovo Sebastiano Sanguinetti durante il convegno regionale sul “Volontariato e territorio-Realtà territoriale, lettura dei bisogni, proposte di soluzione”, tenutosi nel sito minerario di Sos Enattos per iniziativa di Sardegna Solidale con la collaborazione della sezione Avis Lula-Onanì. È stato da parte degli oratori un inno al volontariato «come valore irrinunciabile, non solo facendo delle cose ma declinando il valore della presenza nel territorio. Ma bisogna essere tutelato dalla norme» ha sostenuto, aprendo i lavori, il presidente regionale di Sardegna Solidale Gian Pietro Farru. Un momento di riflessione in un percorso di miniere (Serbariu-Montevecchio-Sos Enattos e altri in agenda). E nella giornata del “Profugo” non poteva mancare l’accenno al problema di struggente attualità: accoglienza e grande responsabilità che hanno i politici. Il volontariato, in diversi ambiti, ha radici profonde nel territorio e in Sardegna. «Le nostre associazioni diventano, spesso, centri di aggregazione sociale» ha sostenuto il presidente dell’Avis di Lula-Onanì Stefania Marras, facendo gli onori di casa, e giù i numeri:258 soci (231 donatori e 27 collaboratori, 304 sacche di sangue nel 2014). Poi la premiazione a Gianpietro Boe che dopo 100 donazioni non può più donare «ha raggiunto 65 anni, ma ci lascia in eredità 3 figli». «La necessità di donare nasce col cuore. L’ho sentito come contributo alla società» ha precisato Boe. «Il paese, del volontariato, ne ha fatto una bandiera. In Italia se togliamo il volontariato crolla tutto – ha sostenuto il sindaco Mario Calia – si deve capire l’accoglienza, ma non si fanno le nozze con i fichi secchi».

Volontariato e solidarietà indossano diversi abiti. Lo ha testimoniato il sindaco di Onanì Clara Michelangeli, rimasto isolato dell’evento Cleopatra, e Ivano Argiolas (TalssAzione), che rivolto a Boe, ha esclamato “Io vivo grazie al tuo sangue” e ha evidenziato la sua storia di talassemico: «Ho sentito l’esigenza di candidarmi a questa sperimentazione genetica che ha l’obiettivo di curare definitivamente la malattia. Dicono che il volontariato è un fiore all’occhiello, ma la ricerca la fanno altrove». Poi gli intervenuti del rappresentante del Coge Sardegna, che ha portato i saluti del presidente Loviselli e del primario del centro trasfusionale del San Francesco di Nuoro che ha parlato di patologie, modi e tempi di trasfusioni, in particolare legate alla talassemia, ripercorrendone la storia. I presidenti provinciale e regionale Avis, PierLuigi Barigazzi e Antonello Carta hanno precisato che le sezioni interpretano i bisogni delle comunità e, come ha precisato il vicepresidente nazionale Rina Latu: «Siamo una risorsa perché rappresentiamo uno stile di vita».

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