A Osidda è record di astensione: solo 119 i votanti (su 228)
OSIDDA. È vero che il sindaco uscente Giovanni Mossa ha vinto le elezioni con un plebiscito ottenendo il 90,3% dei voti, ma è pur vero che i sostenitori dei due schieramenti in lizza hanno disertato...
OSIDDA. È vero che il sindaco uscente Giovanni Mossa ha vinto le elezioni con un plebiscito ottenendo il 90,3% dei voti, ma è pur vero che i sostenitori dei due schieramenti in lizza hanno disertato le urne. Un astensionismo dell’ultima ora, lo sostiene Mossa e lo ammette, senza commenti, pure Mario Gioacchino Chessa, l’altro candidato sindaco. «La gente ci ha accordato la fiducia per continuare nella direzione giusta. È vero che anche gli altri, capito l’esito scontato, non sono andati a votare, poco sportivamente. Assenteismo dell’ultima ora», ha sostenuto, a caldo, Mossa. «Sì, non siamo andati a votare, in segno di protesta. La motivazione la renderemo pubblica», è stato il commento lapidario di Chessa. Si lascia intendere, insomma, che l’auspicata ripresa di un sereno dialogo non ci sarà. Peccato perché si è assistito a una campagna elettorale calda, combattuta porta a porta, ma dallo svolgimento regolare. L’auspicio è che non volino gli stracci. E intanto parlano i numeri. Su 228 aventi diritto, si sono recati alle urne in 119 (58 maschi, 61 femmine) ovvero il 54,6%, premiando la lista “Cuncoldia Tribagliu di Mossa con 107 mentre la differenza è andata a Chessa (11 voti) e una bianca. Questo il quadro uscito dalle urne. Sono numeri che parlano da soli. E la maggioranza non concede sconti e intende godere appieno il successo con una differenza da annale. «Una differenza così non si è mai vista, è vero – ha sostenuto il sindaco Mossa – Evidentemente ci hanno dato grande fiducia per continuare nella direzione giusta. È vero che gli altri non sono andati a votare, mentre i nostri sono andati. Loro hanno gettato la spugna». E ha incalzato: «Sono stati 10 anni di risultati. Osidda è un piccolo centro, ma è cresciuto sotto vari aspetti».
Lo sguardo è rivolto al futuro, nel segno della continuità, per un programma che realizzi “un vero argine” contro il fenomeno dello spopolamento. Obiettivi immediati, prioritari? «Far funzionare la casa per anziani e ciechi che abbiamo inaugurato di recente, e il bando per il Global-service, da cui può nascere uno sviluppo nuovo». I giovani restano qualora «si crei lavoro, si dia una casa, se si conserva un adeguato livello di servizi, supplendo così anche alla mancanza delle scuole dell’obbligo».