L'ultima tappa del cammino dei detenuti sotto il segno della fratellanza
Si è concluso il pellegrinaggio organizzato dal capitolo sardo della Confraternita di San Jacopo di Compostella
BITTI. Un lungo abbraccio e la promessa di rivedersi presto lontano dal grigio di quel muraviglione che divide il carcere dalla libertà. È finito ieri sera, dopo una settimana intensa di emozioni dolci come le valli verdissime e quiete della Barbagia, il Cammino della Visitazione, il pellegrinaggio organizzato dal capitolo sardo della Confraternita di San Jacopo di Compostella in collaborazione con la diocesi di Nuoro e l'amministrazione penitenziaria.
Un progetto che ha regalato a undici detenuti di Badu 'e Carros e Mamone in permesso premio il sapore intenso della libertà e della fratellanza. Passo dopo passo, salita dopo salita, sono nate amicizie che rimarranno per la vita. Perché il Cammino è così: la condivisione delle gioie e della fatica rende gli uomini migliori e crea legami indissolubili.
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Si è conclusa a tarda sera con in mano il Testimonium (una pergamena che certifica l'avvenuto pellegrinaggio) e gli occhi gonfi di lacrime la quinta e ultima tappa della camminata iniziata domenica sera a Fonni è terminata al santuario di Santissima Annunziata di Bitti. Ieri mattina alle 8 i pellegrini si sono messi in marcia dal santuario di San Francesco di Lula dopo aver trascorso la notte nelle "Cumbessias".
Dopo i 34 chilometri del giorno prima, da Nuoro a San Francesco, i pellegrini hanno iniziato ad accusare la fatica e il peso degli zaini. Ma sarà l'ultimo dei ricordi che porteranno dentro le celle di Badu 'e Carros e Mamone dove sono rientrati ieri sera dopo gli abbracci commossi con il priore della Confraternita Antonio Porcheddu (anima del progetto) e i quindici volontari che hanno camminato con loro e curato con amore ogni aspetto dell'organizzazione.
Il Cammino ha portato emozioni e regali a tutti. Il dono più grande lo ha ricevuto Joshua, un simpaticissimo ragazzone nigeriano trapiantato a Napoli da una vita, che all'inizio della penultima tappa è diventato un uomo libero. Il tribunale di Nuoro gli ha concesso uno sconto di pena e lui, dopo aver sbrigato le pratiche dentro il carcere di Mamone, ha ripreso lo zaino e ha concluso il Cammino con i suoi amici. Oggi tornerà dalla sua famiglia ma prima di partite ha fatto un patto con gli altri pellegrini.
"Un giorno ci rivedremo - hanno giurato Joshua e gli altri ragazzi - fuori dalle celle e finalmente liberi, liberi in Cammino".