Il presepe che racconta la crisi economica
LODINE. Il presepio delle festività natalizie a Lodine è permanente. Esiste da anni e come sempre diventa il villaggio della natalità, ogni anno, però, aggiornato ai tempi che corrono. Tutto il...
LODINE. Il presepio delle festività natalizie a Lodine è permanente. Esiste da anni e come sempre diventa il villaggio della natalità, ogni anno, però, aggiornato ai tempi che corrono. Tutto il centro abitato è costellato da alberi luminosi e presepi che illuminano quasi tutte le case. L'intero abitato, visto dall'alto del nuraghe che sovrasta il paese, sembra un vero e proprio presepio vivente. Ma il vero presepio è quello che si trova nel declivio naturale, situato ai margini della chiesa di San Giorgio. Uno spazio ormai dedicato al villaggio natalizio nel cuore del centro storico. Si tratta del presepe che è stato costruito da Marco e Salvatore Demelas, e curato dalla sorella Mariantonia e da Mario Guiso. Ogni anno ai circa trenta caseggiati viene aggiunto qualche particolare. Quest'anno ci sono un piccolo nuraghe e le cascate d'acqua attorno alla capanna della natività. Ma già dal primo anno, oltre al presepe vero e proprio, erano presenti le fabbriche di Alcoa, Carton Sarda, le casette degli artigiani e pastori con finestre e porte chiuse e anche la scritta "Chiuso". Invece, nella parte più alta del villaggio e del presepe, troneggia il palazzo di Equitalia con la scritta "Aperto". Un villaggio e un presepe che, come spiegano i realizzatori, «serve anche come manifesto di protesta dei più deboli nei confronti di una classe politica incapace». (g.m.s.)