La Nuova Sardegna

Nuoro

Il pm: quattro anni per bancarotta

di Enrico Carta
Il pm: quattro anni per bancarotta

Nuovi guai giudiziari per l’imprenditore Marco Palumbo Prossima udienza nel tribunale di Oristano il 23 gennaio

20 dicembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. All’appello mancarono circa 491mila euro. Il fallimento della Time Car di Oristano, la concessionaria che vendeva auto di lusso per i vip, si portò con sé diversi guai giudiziari. Quello legato alla maxi evasione fiscale ha già conosciuto la sentenza di appello con la condanna a cinque anni e due mesi di Marco Palumbo, l’imprenditore di origine nuorese che di quel processo è protagonista assieme ad altre due persone e che ora rischia una nuova pesante sentenza di condanna. Palumbo è nuovamente nell’occhio del ciclone, perché ieri mattina il pubblico ministero del tribunale di Oristano Andrea Padalino Morichini ha chiesto una nuova sanzione processuale. L’imprenditore rischia quattro anni, ma conoscerà la sua sorte solamente nell’udienza del 23 gennaio, quando i suoi avvocati difensori giocheranno ulteriori carte nell’arringa dopo averne calato alcune importanti già al dibattimento. Ieri, prima della requisitoria del pubblico ministero, hanno chiamato a testimoniare il consulente Giovanni Salvatore Pontis per esporre il suo punto di vista sui prelievi di soldi che venivano contestati all’imputato. È stato l’ultimo atto del dibattimento, perché poi è iniziata la ricostruzione dell’accusa. La Time Car fallì nel 2008 e secondo il pubblico ministero, Marco Palumbo continuò a utilizzare la società «come se fosse un bancomat personale». Le notevoli somme di denaro venivano prelevate – sempre in contanti per evitare la tracciabilità – e poi sparivano. Una piccola parte sarebbe stata data ai fornitori, ma la maggior parte sarebbe finita dritta dritta nelle tasche di Marco Palumbo. In ogni caso, nessun euro poteva essere distratto dalle casse della Time Car che in quel momento era una società in fallimento e quindi affidata a un curatore. Secondo il pubblico ministero, Marco Palumbo aveva capito di avere la Guardia di finanza alle costole e proprio per questo motivo fece quella serie di prelievi. Voleva mettere in tasca tutto il denaro possibile, prima che il gioco dell’evasione fiscale venisse smascherato e portasse agli arresti avvenuti poche settimane più tardi. Anche dal carcere, indicando ad altre persone gli estremi per poter intervenire sul conto, Marco Palumbo sarebbe riuscito a far proseguire le sue operazioni di prelievo di denaro. È per questo motivo che il procuratore ha chiesto la condanna a quattro anni, annunciando proprio nella requisitoria anche una novità processuale. Un’altra bancarotta verrà presto contestata a Marco Palumbo assieme al fratello Biagio e a un dipendente della Rental Time. (e.c.)

In Primo Piano
I soccorsi

Olbia, si schianta con il suv contro tre auto parcheggiate

Le nostre iniziative