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Guardia medica, pazienti lasciati al gelo

Valeria Gianoglio
Una piccola stufa nell'angolo è l'unica fonte di tepore nel grande edificio della guardia medica (foto Luca Cossu)
Una piccola stufa nell'angolo è l'unica fonte di tepore nel grande edificio della guardia medica (foto Luca Cossu)

Una sola stufetta per ambienti enormi, termosifoni accesi solo negli orari utili agli uffici della Asl

18 dicembre 2014
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NUORO. Termosifoni inesorabilmente spenti, anditi lunghissimi e ambulatorio immersi in un freddo polare, e un unico misero angolo di conforto: quello attorno alla sola stufetta elettrica presente. Chi si deve spogliare per farsi visitare, appena entra nella sede della Guardia medica di via Deffenu pensa certamente a una sfida per temprare il corpo e forse anche lo spirito. Eppure, nelle serate e nottate trascorse tra piccole e grandi emergenze da affrontare, pazienti da controllare, e decine di allarmi, in verità non c’è alcuna sfida nascosta ma la nuda realtà.

È la cronaca di lunghe ore al gelo, insomma, quella che raccontano i pazienti e i medici che frequentano o lavorano da tempo nella sede di via Deffenu. La struttura in sè, come altre della zona risalente all’epoca fascista, non è certo malaccio: muri spessi come ormai non se ne fanno più, spazio da vendere, nulla a che vedere con le stanzette striminzite che gli immobili più recenti in genere offrono. Solo che evidentemente non è più al passo con i tempi, o meglio, non lo è soprattutto se l’Asl che la gestisce non si preoccupa di riscaldarla come dovrebbe. I termosifoni, tuttavia, ci sono e funzionano pure, ma vengono accesi solo di mattina e negli orari nei quali sono aperti alcuni uffici dell’Asl o altre associazioni ospitate in via Deffenu. Ma appena questi ultimi terminano il loro orario di lavoro, il sistema di riscaldamento viene spento in base a una precisa direttiva, mentre per cause misteriosissime la luce resta accesa dappertutto anche quando non servirebbe.

E per chi, come i professionisti della Guardia medica, comincia a lavorare si apre allora il baratro del gelo. L’unica stufetta attualmente funzionante, infatti, è un apparecchio che volerlo definire “stufa” è certamente un’esagerazione. Funziona a elettricità e ha un unico elemento che diventa incandescente e cede un po’ di calore ma ovviamente non basta a soddisfare le esigenze della sede di via Deffenu. Né tantomeno a offrire un po’ di conforto ai tanti pazienti nuoresi che usufruiscono del servizio. Diverse lamentele, negli ultimi giorni, sono arrivate anche al giornale. E in tutte il minimo comune denominatore è il seguente concetto: come può un ambulatorio medico essere condannato al gelo?

Chi lavora alla Guardia medica e chi l’ha frequentata per farsi visitare, poi, non ha potuto fare a meno di notare che esiste almeno un altro aspetto della struttura che non si presta a ospitare un ambulatorio: è la distanza tra lo stesso ambulatorio e il bagno. Se, infatti, come spesso capita, un paziente nel bel mezzo della visita dovesse andare alla toilette dovrebbe percorrere un lungo anditone. E, si sa, soprattutto se ci si trova in uno stato di salute traballante o nel pieno di una emergenza, non è certo facile spostarsi né percorrere qualche metro. Ma tant’è.

Qualche mese fa, attraverso una lettera i medici che lavorano nella struttura avevano segnalato tutto all’Asl raccontando il profondo disagio di chi lavora al freddo e in condizioni difficili. A quella lettera sono seguite altre lamentele. Ma sinora, l’azienda sanitaria non ha risposto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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