La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Puc della discordia resta congelato

di Paolo Merlini

Il Comune baroniese era in prima fila per l’approvazione già tre anni fa, poi venne eletto il sindaco Mula che bloccò tutto

16 dicembre 2014
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INVIATO A OROSEI. Con la pubblicazione sul Buras, il bollettino della Regione Sardegna, del piano urbanistico comunale di Siniscola, sono saliti a tre i comuni della provincia che hanno adeguato i propri strumenti di pianificazione territoriale al piano paesaggistico regionale (Ppr). Una percentuale minima rispetto ai 52 comuni del Nuorese, ma comunque in linea con il dato regionale che vede le amministrazioni in forte ritardo nell’adeguamento alle linee guida decise nel 2006, quando era in carica la giunta Soru, per porre un argine a un consumo del territorio che sembrava inarrestabile. Siniscola arriva dopo i comuni di Irgoli e Posada. Quest’ultimo in particolare, è stato uno dei primi in Sardegna a dotarsi del Puc, già nel 2010, anche in virtù del fatto che, assieme a una ventina di comuni nell’isola, venne scelto come esempio pilota di una copianificazione tra enti locali e Regione. Tra quei comuni c’era anche Orosei, che però oggi segna il passo nell’approvazione di un Puc che, proprio in virtù della sinergia con la Regione, sembrava cosa fatta già nel 2011. Tre anni dopo, infatti, Orosei si trova in una sostanziale situazione di paralisi, appunto dovuta alla mancata adozione del piano, al quale si sommano alcune tegole cadute più o meno contemporaneamente sul municipio: il caso degli usi civici e una marea di concessioni edilizie rilasciate negli anni Settanta senza il necessario nulla osta paesaggistico.

Il Pps di Cappellacci. Ma cos’è accaduto, per quale motivo sono stati accumulati ritardi così forti? Nel luglio scorso il comitato tecnico regionale per l’urbanistica (Ctru) ha rimandato al mittente il Puc con una serie di osservazioni, per un totale di 8 pagine. Il fatto singolare è che quegli stessi uffici regionali avevano sostanzialmente redatto il Puc insieme allo staff coordinato dal progettista incaricato dal Comune, l’architetto Sandro Roggio. Non solo, perché a quel tavolo di pianificazione partecipavano anche soprintendenze, Ufficio territoriale del paesaggio, Genio civile, Provincia. L’approvazione in consiglio comunale e la trasmissione alla Regione erano stati gli ultimi atti della giunta guidata dall’avvocato Gino Derosas, cui era subentrata nel maggio 2011 l’amministrazione con sindaco Franco Mula, tutt’ora in carica. Al tempo dell’elezione Mula era consigliere regionale: nella fila dei Riformatori ha fatto parte della maggioranza che ha sostenuto il governatore Cappellacci sino al febbraio 2014. Le diversità di vedute sulla tutela dell’ambiente tra il predecessore di Cappellacci, cioé Soru, e il suo successore, Francesco Pigliaru, sono note: basta andarsi a guardare il cosiddetto Pps (“piano paesaggistico dei sardi”), approvato in zona Cesarini dall’esecutivo di centrodestra e annullato come primo atto dalla giunta regionale oggi in carica.

Che c’entra in tutto questo Orosei? C’entra perché ha voluto mantenere il ruolo di Comune pilota, ma ribaltando la prospettiva iniziale. È lo stesso sindaco Mula a bloccare il piano in Regione poco dopo l’insediamento: «Così com’era stato approvato dalla precedente maggioranza il piano era carente di documentazione e rischiava la bocciatura. Per evitare questo pericolo ho chiesto la sospensione della verifica di coerenza e ci stiamo adoperando per sanare alcune lacune», disse in consiglio.

La rottura col progettista. In realtà basta rileggere le cronache puntuali di Angelo Fontanesi per capire come le motivazioni alla base dell’insolito stop fossero ben altre. Annunciate, peraltro, dallo stesso Mula nelle dichiarazioni programmatiche: dare nuovi stimoli all’edilizia sollecitando «l’adozione del Piano casa e portando avanti le lottizzazioni costiere di Fuile ’e mare e Su Mutrucone». La documentazione “carente” era il parere della Provincia sulla Vas (Valutazione impatto ambientale). Ma l’ex sindaco Derosas e il suo assessore all’urbanistica, l’architetto Tore Dessena, hanno sempre sostenuto che il parere, frutto della copianificazione, era stato annunciato come positivo, e in ogni caso che lo si sarebbe potuto produrre in seguito, come accaduto per il vicino Comune di Irgoli.

La cartina al tornasole del Puc sospeso per una diversa filosofia della tutela ambientale, pur legittima, è nella rottura che si consuma lo scorso anno tra il progettista Sandro Roggio e l’amministrazione comunale. Roggio, che è uno dei più apprezzati e coerenti esperti in materia di urbanistica, proprio non se la sentiva di far passare in un piano con la sua firma due lottizzazioni per un totale di 200mila metri cubi di cemento, resuscitando vecchie zone F (“suscettibili di sviluppo turistico”) di cui si era persa memoria. La revisione del Puc viene così affidata all’ufficio tecnico comunale, e dopo le modifiche del caso inoltrata alla Regione senza la firma di un progettista o ulteriori passaggi in consiglio comunale. L’attuale assessore all’Urbanistica Tore Bua, che pure non fa mistero di come la scelta di esautorare Roggio fosse unicamente del sindaco, dice che non è stata toccata una virgola del Puc originario. Derosas e Dessena sostengono invece che la maggioranza confidava nell’approvazione del Pps di Cappellacci, che tra le altre cose avrebbe consentito di resuscitare le vecchie zone F. E dunque le due mega-lottizzazioni (la Satta–Carta di Fuile ’e mare da sola prevede 160mila metri cubi).

Un nuovo incarico. Cappellacci e il suo Pps sappiamo come sono andati a finire. Poi, nel luglio scorso, finalmente il Ctru esamina il Puc di Orosei ma lo rispedisce al mittente con una serie di osservazioni, criticando in parte anche l’impianto originario, per esempio sul fronte del dimensionamento, che pure era stato deciso in sede di copianificazione, come rimarca l’ex sindaco Derosas. Il quale avanza dubbi su eventuali modifiche successive, di cui però ufficialmente non c’è traccia. Dessena rincara la dose quando afferma che il sindaco Mula ha, per sua ammissione, bloccato il piano “a voce”, senza alcun atto formale (e non si può dire che non ci sia riuscito).

Arriviamo ai giorni nostri. La giunta in carica chiama in soccorso Roggio, che pure aveva messo alla porta, il quale acconsente a recarsi in Regione per chiarire i punti che riguardano il suo operato, ma nulla più. Ora il Comune di Orosei dovrà procedere a un nuovo incarico, che conferirà a gennaio. Nel frattempo è cambiata anche la composizione del Ctru nominato da Cappellacci, al quale è subentrato da qualche settimana il comitato scelto dall’attuale giunta. Altro giro altra corsa.

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