La Nuova Sardegna

Nuoro

Bolotana, viaggio a ritroso nel sogno dell’industria

di Federico Sedda
Bolotana, viaggio a ritroso nel sogno dell’industria

Sabato “Orminas de industria” l’Amarcord rivissuto dai protagonisti di allora Un percorso di 40 anni dall’inizio dell’era della chimica di Stato fino ad oggi

04 dicembre 2014
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BOLOTANA. Un viaggio a ritroso con la memoria per rivivere il percorso dell’industria del centro Sardegna e riscoprire le radici che hanno trasformato il futuro di un territorio votato all’agricoltura e alla pastorizia e sfiancato dall’emigrazione. Amarcord rivissuto dai protagonisti di allora. Da quegli stessi operai che coltivarono il sogno del riscatto sociale all’ombra delle ciminiere. Un sogno di rinascita che, negli anni, si è trasformato in promesse tradite. Ma che, comunque, nel bene e nel male, ha trasformato la storia delle popolazioni della Sardegna centrale.

Fino a cambiare i risvolti e le prospettive sociali di un’intera generazione. Fatta per lo più di ex emigrati e di pastori strappati agli ovili. Ricordi che, oggi, a distanza di 40 anni dall’inizio dell’era della chimica di Stato, si incuneano come fantasmi tra le macerie di quel che resta del sogno industriale. Che, nonostante tutto, si vuole provare ancora a ricostruire. Di tutto questo si parlerà sabato a Bolotana nel corso del convegno che si intitola “Orminas de industria”, tracce dell’industria. L’industria che fu. Quella scolpita nelle memorie di tante battaglie per difendere le fabbriche e per rivendicare il riscatto promesso. L’incontro, che avrà inizio alle 10, si terrà nella sala consiliare del comune per iniziativa dell’associazione culturale “Orminas”, in collaborazione con la Pro loco e con il patrocinio dell’amministrazione comunale. A ricostruire la memoria degli albori dell’industrializzazione e il percorso del cambiamento sociale all’ombra delle ciminiere saranno i protagonisti di quella stagione che ha forgiato l’animo e la pelle di uomini e donne che, negli stabilimenti di Ottana, hanno vissuto un pezzo importante della loro vita. Gente come Saverio Ara, ribattezzato lupo grigio, e come Gianfranco Mussoni. Il primo leader storico del consiglio di fabbrica, protagonista di tante battaglie sindacali e politiche, e il secondo sindaco comunista di Olzai negli anni Settanta, operaio e sindacalista di frontiera fino a diventare segretario generale della Cgil di Nuoro. Con loro ci saranno due testimoni del percorso industriale e del cambiamento sociale innescato dalla fabbrica: don Pietro Borrotzu, direttore della pastorale del lavoro della diocesi di Nuoro e il giornalista Michele Tatti, che ha seguito negli anni l’evolversi del cammino degli operai di Ottana e le ricadute sul territorio di quella stagione. Farà da contorno agli interventi, una serie di interviste filmate con i lavoratori di allora e con alcuni giovani che ancora lavorano in quel che resta dell’industria di Ottana, molti figli di quelli stessi operai che, quella fabbrica, l’hanno difesa proprio per salvare il futuro dei figli. Che ora, degni eredi dei padri, presidiano lo stabilimento per non farlo morire.

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