La Nuova Sardegna

Nuoro

Il parroco: «Ora basta sangue»

di Claudia Carta
Il parroco: «Ora basta sangue»

Don Fadda dall’altare della chiesa di San Giovanni Battista. Folla alla fiaccolata contro la violenza

30 novembre 2014
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ILBONO. Quando il feretro esce dalla chiesa di San Giovanni Battista, a Ilbono, sono gli amici di Franco Sodde che, insieme, prendono sulle loro spalle la bara coperta di rose rosse. Sono rimasti sul sagrato della parrocchia. Una dozzina. Soli. In un silenzio reso ancora più agghiacciante dal rintocco delle campane. All’interno, tanti ilbonesi. Tanti ne mancavano, forse. Ma chi c’era ha sentito tutto il peso e l’amarezza di quello che il parroco, don Luca Fadda, ha chiamato “scempio ingiusto”.

La sua è l’indignazione profonda di una comunità che non ci sta a essere etichettata come “terra di delinquenti”: «Oggi la vita è stata spazzata via da qualcuno che non si è fermato davanti alla sacralità della persona umana – ha commentato don Luca –. Un fatto terribile, una macabra volontà di distruggere ciò che Dio ha creato». Le parole del parroco di Ilbono risuonano nella chiesa e negli animi dei presenti. Quasi un monito incessante a cambiare rotta, prima che la barca vada irrimediabilmente alla deriva: «Non possiamo permettere che i nostri paesi restino in balia dei tanti Caino di oggi, che noi quasi accettiamo, con i nostri silenzi. Guardate dove portano le nostre soluzioni! Questo non fa crescere e non fa andare avanti una comunità. È ora di finirla con il vivere di apparenze: possiamo continuare a far finta di niente, ma così mai niente cambierà e ci ritroveremo ancora qui, a piangere. Diamo valori ai nostri figli, non cose». È un fiume in piena, don Luca, quasi a voler scuotere coscienze dormienti e volontà tiepide. Ma il messaggio di speranza non può e non deve mancare: «Non lasciamoci rubare la speranza. Quella di un cambiamento vero. Non è tempo di serbare astio e vendetta. Non è tempo di far piangere madri. Occorre davvero iniziare una strada nuova, migliore di quella che stiamo facendo conoscere, oggi, ai nostri figli». E i figli di Ilbono c’erano, ieri sera. Bambini, ragazzi, giovani con le loro famiglie. Uniti dal silenzio e dalla luce di tante fiaccole a illuminare le vie del centro storico, così come la strada principale del centro ogliastrino.

Dalla chiesa alla chiesa. Passando nelle case, tra le piazze, nei negozi, tra Comune e caserme. Generazioni a confronto, cittadini e istituzioni, insieme per urlare, in un silenzio assordante: “basta”. A ogni violenza e sopruso. Al sangue. Alla morte. Striscioni e cartelloni scritti e disegnati dai ragazzi. Con loro anche tanti insegnanti, perché la violenza si combatte insieme. E perché, alla vita buona ci si educa fin da piccoli. Quella fiaccola alzata nella notte buia e umida di Ilbono è la speranza di tutta una comunità, di quella Ilbono «onesta e dal cuore grande» capace anche di bellezza. Capace di vita.

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