La Nuova Sardegna

Nuoro

Castello della Medusa, assalto dei tombaroli nell’area archeologica

di Lamberto Cugudda
Castello della Medusa, assalto dei tombaroli nell’area archeologica

Gli scavi clandestini sono stati scoperti dalla Forestale Avviate le indagini per risalire agli autori: danni elevati

27 novembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





TORTOLI. Gli agenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della stazione di Tortolì hanno scoperto, all’interno di un terreno di proprietà privata, nell’area conosciuta come "Castello della Medusa”, ai confini tra i Comuni di Lotzorai e Girasole, ai limiti della vecchia strada statale 125-Orientale sarda, uno scavo clandestino dei tombaroli con evidenti danni al sito archeologico. Gli agenti hanno avviato le indagini per risalire ai maliveventi e comunicato la scoperta alla procura della Repubblica di Lanusei, che ha aperto un'inchiesta. Del fatto è stata anche informata la Soprintendenza ai beni archeologici di Nuoro. Il servizio territoriale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale di Lanusei ha richiesto la collaborazione del servizio beni culturali dell’assessorato regionale, finalizzata alla datazione, catalogazione e conoscenza dell’area di provenienza dei frammenti ritrovati.

È stato nello scorso mese di aprile, nell’ambito dei programmati servizi finalizzati alla salvaguardia dei beni culturali, che il Corpo forestale riuscì a scoprire, nell’area conosciuta come il “Castello della Medusa”, uno scavo clandestino ad opera di ignoti che ha procurato evidenti danni al sito archeologico di rilevante interesse. Diversi sono i reperti acquisti in loco, costituiti nella quasi totalità da frammenti risalenti al periodo basso medievale (XIII- XV secolo) la cui provenienza non è sempre stato possibile certificare a causa delle modeste dimensioni dei singoli reperti di ceramiche utilizzate per realizzare il manufatto. Per alcuni è stato possibile attribuirne l’origine riconducibile a quella toscana (area pisana ) e spagnola. Gli uomini del Cfva hanno subito avviato le indagini per risalire agli autori, informando la Procura di Lanusei. Il rinvenimento è stato segnalato alla competente Soprintendenza per i Beni archeologici di Nuoro. Per avere maggiore conoscenza storico-archeologica di quanto rinvenuto, il Servizio territoriale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale di Lanusei ha chiesto la collaborazione del Servizio beni culturali della direzione generale dei beni culturali, dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione, finalizzata alla datazione, catalogazione e conoscenza dell’area di provenienza dei singoli frammenti. Da questa collaborazione fra strutture organizzative regionali è scaturito un lavoro tecnico-scientifico di dettaglio, che l’archeologo incaricato dal suddetto servizio ha riportato in un’ampia relazione che sarà pubblicata nella rivista specialistica on-line “Quaderni della Soprintendenza”.

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative