La Nuova Sardegna

Nuoro

Gli eroi silenziosi di Funtana Buddia

di Francesco Pirisi
Gli eroi silenziosi di Funtana Buddia

I vigili del fuoco strapparono 70 persone alla furia dell’acqua

18 novembre 2014
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NUORO. Settanta persone strappate alla furia dell’acqua, interventi di bonifica e supporto alle popolazioni. Tutto in quella giornata terribile del 18 novembre di un anno fa, quando in Sardegna è scoppiato il finimondo, in una delle alluvioni più tragiche dell’intera storia secolare. Ieri nella caserma di Funtana Buddia i vigili del fuoco sono tornati sui quei momenti per ricordare l’evento, ripensare alle vite finite in quegli attivi di terrore e spiegare che alla fine poteva anche andare peggio. Parole e riflessione del comandante Fabio Sassu, degli ingegneri Antonio Giordano e Angelo Ambrosio, del portavoce Sauro Mazzanti. Con loro tanti degli uomini del comando provinciale, che ogni giorno si spostano per la provincia, «con un’abnegazione data dall’attaccamento alla divisa e allo stesso tempo alle comunità del territorio», dice Sassu.

Il 18 novembre di un anno fa un impegno che ha dovuto fare gli straordinari, e si è protratto sino ai primi di dicembre, in un territorio tagliato in più parti dalla furia dell’acqua, tanto impetuosa da invadere strade, abitazioni, far saltare i collegamenti. Un evento non messo in conto, almeno con quelle caratteristiche, nonostante l’allarme partito dalla Protezione nazionale il giorno precedente, arrivato alla Regione e girato ai comuni. Il primo sindaco a dare concretezza a quella nota è Clara Michelangeli, giovane primo cittadino di Onanì, che alla fine sarà uno dei paesi più colpiti. Sono le 10 e 20 di lunedì 18 gennaio.

«Noi tuttavia, a Nuoro, eravamo in movimento, dopo l’allarme scattato nella scuola di Monte Gurtei, dove siamo intervenuti per mettere in salvo 16 ragazzi», ricorda ancora l’ingegner Sassu. È solo l’inizio. La pioggia dà una tregua intorno a mezzogiorno, ma poi si scatena il diluvio. A Nuoro altro punto critico è la galleria di Mughina, che si allaga soprattutto nel tratto iniziale partendo da Badu ‘e Carros. Dentro, bloccate, con un metro e mezzo di acqua sui fianchi, diverse auto, un pullman e una bisarca per il trasporto delle auto dalle concessionarie. I vigili entrano con i fuoristrada e fanno uscire via via automobilisti e passeggeri del pullman. Sono solo le prime scene di un pomeriggio che sarà una corsa contro il tempo. Ancora Fabio Sassu: «Già dalla mattina il nostro comando regionale aveva predisposto una colonna mobile, con tanti comparti d’intervento messi a disposizione dai vari comandi provinciali». A Nuoro vengono richiamati una decina di uomini che erano di riposo. La scelta felice, nei frangenti della tempesta e dei possibili drammi, è la appunto il dislocamento di due squadre Saf (fluviali) nella zona di Torpè e di Bitti-Onani, che sono gli epicentri della tempesta. Gli uomini, attrezzati con il gommone ratfing intervengono nel principio della strada che da Orosei va in direzione Nuoro: in due distinte auto quattro persone sono salite sul tettuccio. Vengono tirate giù quando l’acqua sta per sommergerle. A Torpè le stese scene: c’è gente che in pigiama o mutante si è rifugiata nei balconi, Due ragazze abbandonano l’auto ormai invasa dall’acqua e si attaccano a una cancellata, dove trovano la salvezza per mano dei pompieri. Non c’è invece nulla da fare per Giuseppe Farre, nel rio davanti al suo podere che si è ingrossato e lo porta via davanti agli occhi impietriti del figlio Marco, 30 ani, che è riuscito ad arrampicarsi su un albero. In salvo anche due automobilisti sulla provinciale “2” per Oliena e altrettanti a Irgoli. Memorie tristi di una giornata di straordinaria follia della natura venute fuori dalle parole dei vigili del fuoco, pacate per gli episodi in argomento e perché nella natura di lavoratori ogni giorni schierati contro i pericoli della collettività, affinché non si trasformino in altrettante tragedie. Non ci posiamo rimproverare alcunché per quei frangenti, anche perché, come in quel giorno, quando tuto il personale è occupato è il segno chiaro del nostro impegno». Un lavoro che per i vigili del comando di Nuoro (e delle sedi distaccate della provincia) è proseguito nelle settimane seguenti. I vigili ieri ricordavano la ricerca senza sosta di Giuseppe Farre, l’operaio di Bitti, scomparso nella fiumana di Mamone. L’assistenza alle popolazioni è stato l’altro fronte, così come la creazione di un ponte provvisorio per collegare Onanì e la bonifica del coronamento della diga Maccheronis di Torpè.

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