La Nuova Sardegna

Nuoro

Industrie chiuse e anche la cig è a rischio

Industrie chiuse e anche la cig è a rischio

MACOMER. Sindacati e amministratori locali sono ormai convinti che il territorio si debba avviare al più presto verso un momento di forte mobilitazione per richiamare l’attenzione della Regione sullo...

08 novembre 2014
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MACOMER. Sindacati e amministratori locali sono ormai convinti che il territorio si debba avviare al più presto verso un momento di forte mobilitazione per richiamare l’attenzione della Regione sullo stato di abbandono e di degrado economico nel quale si va avvitando la provincia di Nuoro. Ne è convinto il primo luogo il segretario provinciale della Cgil, Salvatore Pinna, il quale richiama l’attenzione sul fatto che il Nuorese ha perso le industrie, a partire dal tessile, e ora rischia di perdere gli ammortizzatori sociali. «È per questo – dice – che abbiamo portato in piazza il grido di dolore di una popolazione che sta vivendo la peggiore crisi di tutti i tempi. È anche un grido di protesta contro il silenzio e il disinteresse delle istituzioni, a partire dalla Regione. Stato e Regione girano la testa da un’altra parte e non sembrano curarsi di questo territorio dimenticato da tutti. Abbiamo iniziato un percorso di mobilitazione e di lotta e andremo avanti». Gli fa eco il segretario regionale dei tessili Cgil, Giacomo Migheli, il quale sottolinea che il tessile della provincia di Nuoro era e rimane centrale nel settore manifatturiero sardo. «Ci sono imprenditori che voglio investire in questo territorio – dice –, ma sono frenati dal costo dell’energia e della burocrazia. L’abbattimento dei costi energetici è fondamentale per la ripresa di questo territorio». I sindacati chiedono il riconoscimento dello stato di crisi della provincia di Nuoro, l'istituzione della zona franca urbana con l’esenzione fiscale per le imprese delle aree industriali, l’individuazione e l’immediata disponibilità di risorse pubbliche per incentivare l’arrivo di nuovi imprenditori e sostenere quelli rimasti, a partire dal recupero dei 20 milioni destinati all’area industriale di Tossilo e mai spesi a causa dell’asfissiante e inconcludente burocrazia regionale che ha fatto scappare imprese che già avevano avviato l’attività. La manifestazione di mercoledì è il primo assaggio di una grande mobilitazione che si terrà forse ai primi dell’anno. (t.g.t.)

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