La Nuova Sardegna

Nuoro

Caso Tidu: l’indennità non gli era dovuta

Caso Tidu: l’indennità non gli era dovuta

L’Inps gli contesta 63mila euro di assegni di mobilità: «Ha superato i limiti di reddito, deve restituirli»

08 novembre 2014
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NUORO. «Al signor Tidu è stata erogata l’indennità di mobilità prevista per gli ex lavoratori dell’Enichem di Ottana. Tale indennità nel caso specifico non era dovuta a causa del superamento dei limiti di reddito previsti per legge». La precisazione arriva dalla direttrice provinciale dell’Inps, Margherita Corvaglia. Il signor Tidu di cui parla è il presidente della Provincia, Costantino Tidu, chiamato dall’Istituto nazionale della previdenza sociale a restituire la somma di 63mila euro. Ossia: l’ammontare degli assegni di mobilità indebitamente percepiti, secondo l’Inps, in dieci anni.

Una contestazione che va avanti da tempo e non ha nulla a che vedere né con la politica in genere né con i veleni interni del Pd. «Ricostruzione del tutto fantasiosa ed infondata» taglia corto Corvaglia.

«L’Inps – sottolinea la direttrice provinciale – ha regolarmente contestato tale circostanza nei tempi e nei modi indicati dalla normativa e ha chiesto semplicemente la restituzione delle somme percepite indebitamente, così come avviene in tutti i casi in cui vi è un indebito. Contro tale provvedimento – spiega ancora la direttrice dell’Inps nuorese –, il signor Tidu ha regolarmente presentato un ricorso amministrativo che è stato respinto dall’organo preposto all’esame dei ricorsi. Tengo a precisare che le procedure vigenti in Inps sono stabilite per legge e sono uguali per tutti, qualunque sia lo status dei cittadini, compresi gli amministratori pubblici eletti o nominati a ricoprire cariche pubbliche e che l’Istituto è sempre disponibile a fornire tutte le informazioni al cittadino, così come è stato nel caso del signor Tidu».

«Nel caso di specie si ritiene opportuno evidenziare che la prassi seguita è quella normativamente prevista in caso di percezione di benefici non dovuti applicati alla generalità dei cittadini in situazioni analoghe». «Essendo questi i fatti – chiude la direttrice Margherita Corvaglia –, appare palese come la ricostruzione della vicenda e le relative conclusioni, come esposte nell’articolo uscito mercoledì scorso, non trovino alcun fondamento nella oggettiva realtà dei fatti e rischiano di offuscare il notevole lavoro e il costante impegno che quotidianamente il personale dell’Inps compie per fornire ai cittadini un servizio efficiente ed imparziale». (l.p.)

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