La Nuova Sardegna

Nuoro

La Regione dimentica il centro Sardegna: sciopero generale

di Tito Giuseppe Tola
La Regione dimentica il centro Sardegna: sciopero generale

La manifestazione di Nuoro ha rotto il silenzio sulla crisi Ora si prepara la mobilitazione con altre categorie

07 novembre 2014
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MACOMER. La manifestazione del 5 novembre ha gettato un sasso nello stagno del silenzio nel quale affondava la vertenza dei tessili. Si riparte dalla manifestazione di Nuoro per porre le basi di una vertenza più ampia con la quale chiedere alla Regione risposte su due emergenze: la crisi e la disoccupazione. Si va dunque verso lo sciopero generale di tutte le categorie, commercianti compresi dei quali sindacati e lavoratori hanno lamentato la distanza. Mercoledì a Nuoro non c’erano solo i tessili. C’era una delegazione di lavoratori di Ottana Polimeri, l’azienda che attraversa un momento di grave difficoltà. I lavoratori, come problema immediato, devono fare i conti con la scadenza della cassa integrazione ordinaria. C’erano anche i lavoratori della 3M, un’impresa di manutenzioni che con la chiusura delle aziende Legler si è ritrovata senza lavoro. Controparte e responsabile delle macerie dell’industria, nelle quali il cumulo più grosso sono i disoccupati del tessile, è la Regione, accusata da tutti di limitare le attenzioni ai poli del nord e sud Sardegna, dimenticando la fascia del centro e il Nuorese, dove la crisi è entrata in una dimensione sociale esplosiva. Sandro Bianchi, sindaco di Nuoro, intervenendo nell’incontro che si è tenuto in Provincia, ha detto chiaramente che «il centro Sardegna in questo momento non è nell’agenda politica della Giunta regionale». Da qui la necessità di intraprendere una battaglia sostenuta da una grande mobilitazione che richiami l’attenzione della Regione sulla crisi della Sardegna centrale e, più in generale, del Nuorese. Gli fa eco il sindaco di Bolotana, Francesco Manconi, il quale sottolinea che la Regione non ha nessun progetto per la Sardegna centrale e che in qualche modo si dovrà trovare un’alternativa all’industria. «La mobilitazione serve per far arrivare fino a Cagliari messaggi chiari che finora sembra si perdano per strada – dice Katy Contini, segretaria della Femca Cisl di Nuoro –, stiamo chiedendo che ci restituiscano il lavoro e la dignità che ci hanno tolto assieme al lavoro. Se le risposte non arriveranno, si andrà avanti con un crescendo di iniziative anche clamorose. La nostra è una battaglia per il lavoro». La segretaria dei tessili Uil, Maria Grazia Angius, parla del «deludente smantellamento del calzificio Queen» che preclude qualsiasi possibilità di rilancio, compresa l’iniziativa di una cooperativa che i lavoratori stavano cercando di costituire per riprendere la produzione. «Ho visto partire i Tir con più di 200 macchine – prosegue –, è un pezzo del lavoro di questo territorio che se ne va per sempre. Stiamo attenti perché stanno per essere cancellate anche altre realtà e non sottovalutiamo la situazione di Ottana Polimeri e Ottana Energia. Si sta creando il vuoto e i nostri figli ci chiedono cosa faranno da grandi». Da qui la necessità di scendere in piazza per gridare il malessere del territorio e della gente. «Questo sciopero – ha detto il segretario della Cisl di Nuoro, Michele Fele, – è il primo assaggio della mobilitazione di tutto il territorio. Ai primi di dicembre si riuniranno gli stati generali di Cgil, Cisl e Uil che proclameranno lo sciopero generale da tenersi in tempi brevissimi».

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